Sembra che la posizione presa dal COP21 il 12 dicembre abbia dato il via alla premonizione di quello che attualmente sta accadendo in misura più accentuata rispetto agli anni passati. Temperature fuori stagione, vegetazione senza riposo e fioriture incontrollate, piogge assenti e venti improvvisi e potenti mentre l'aria si fa sempre più irrespirabile bruciando i polmoni. Tutto questo sembra far prospettare all'Italia le immagini di una Cina che il progresso e il consumismo economico hanno portato all'uso delle mascherine che poco servono contro il nemico chiamato smog.

La colpa la si da alle polveri sottili concentrate nei centri abitati e la causa alle troppe auto circolanti che portano alla morte prematura migliaia di soggetti a rischio esposti. Ma sarà davvero questo il motivo?

Cosa siamo disposti a fare?

Da qualche tempo è stata superata la soglia d'allarme che le centraline sparse per le città cercano di segnalare e malgrado questo tutto è rimasto nel silenzio dell'ignoranza e della mancata informazione. I provvedimenti dovevano avviarsi da tempo anche se la speranza era rivolta alla pioggia che facesse cadere a terra la cappa inquinante di ossido di carbonio, anidride solforosa, ossidi di azoto, benzene, ozono e polveri sottili che ci pesano sulle teste come falci mortali.

Ma la soluzione è davvero la pioggia? Certo! Se piovesse si abbasserebbero i valori di questi veleni nell'aria, ma servirebbe solo a spostare il problema e servirlo sul piatto dei prossimi prodotti alimentari che la terra è uso darci grazie alle sue coltivazioni. Quindi la soluzione non è quanto piove o dove tirerebbe il vento, perché comunque sia tutta questa schifezza in un modo o nell'altro sempre indietro ci tornerebbe.

Soluzioni irrinunciabili

Bene! Ecco il responso delle soluzioni prese dalle città coinvolte: targhe alterne, risultato zero; mezzi pubblici gratis, zero; biglietti quasi gratis, zero; abbassamento dei gradi di riscaldamento, zero; e il blocco del traffico che si prospetta per gli ultimi giorni di dicembre, quale sarà il suo responso?

Sicuramente risultato zero se non impaperemo a fare la danza della pioggia o se il buon 'Natale' non ci metterà il suo zampino aiutandoci con un suo dono. Ma la cosa più preoccupante è che noi stessi (tutta la popolazione), non siamo in grado di mettere un freno a questo gravoso problema perché non vogliamo rinunciare alle comodità che il Benessere ci ha portato e se chiedi in giro per le strade cosa ne pensa la gente, sentirai sempre qualcuno che piange perché ha davanti solo il proprio presente, fregandosene di quello che sta lasciando oggi al futuro 'se ci sarà', del prossimo mondo.

Scontenti e insoddisfatti

I commercianti protestano per le targhe alterne perché porta un calo di ingressi portando a non vendere e considerano il blocco totale una tragedia per il proprio lavoro; alle proteste si aggiungono gli stessi automobilisti denunciando la mancata funzionalità del sistema pubblico dei trasporti definendolo 'uno strazio'.

In mezzo a questi c'è comunque qualcuno che ha capito e che dice 'qualcosa bisognerà fare'. Tutto questo monologo è servito a ragionare sulla conclusione che hanno dato i 195 Paesi al COP21 in aiuto al nostro clima malato; qualcuno di questi non ha avuto piacere alla dicitura 'decarbonizzazione' e non è stato opportuno lasciare a ogni Stato membro la volontarietà delle soluzioni adottate e che secondo l'accordo firmato non seguiranno problemi legali al mancato raggiungeranno degli scopi prefissati. Questo cosa vuol dire? Che saremo in mano, ognuno alle proprie convenienti esigenze, che daranno i risultati presi dalle proprie decisioni.