Il Fatto Quotidiano ha pubblicato il 24 dicembre una serie diintercettazioni, messe agli atti dal pmWoodcock,della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, raccolte dagli investigatori all'indomani della brillante tornata elettorale che ha visto i grillini conseguire la possibilità di giocarsi al ballottaggio l'amministrazionedel comune di Quarto. Era il primo giugno e dalle trascrizioniappare chiaro che la famigliaCesarano, ritenuta vicina allo storicoclan Polverino, attivo a nord di Napoli,si senta in grado non soltanto di far vincere il M5S al ballottaggio, ma addirittura di usare Giovanni De Robbio, il consigliere del Movimento che ha conseguito il maggior numero di voti, come cavallo di Troia per i propri affari.

Ma il Movimento che fa?

Il 14 dicembre, Giovanni De Robbio è statoespulso dal Movimento. Il 22 dicembre, è statoindagato dal pm Woodcock, con altre due persone,per tentata estorsione aggravata nei confronti del sindacodel suo partito, Rosa Capuozzo, e per voto di scambio. Il 28 dicembre, si è dimessodalla carica.Tenere a mente il calendario degli eventi potrebbe aiutarci a valutare l'eventuale buona fede della giunta Capuozzo, con il sindacooggetto di tentata estorsione e il De Robbio espulso per tempo.

Due domande al M5S

Non ci possiamo esimere dal chiederci, specie alla luce dei crescenti consensi che il Movimento raccoglie: è così facile che soggetti malavitosi si infiltrino anche all'interno del Movimento?

E non è da valutare se, qualora fossero confermati voti della camorra a sostegno del Movimento, non sia il caso di tornare al voto, in un comune che solo treanni fa ha visto l'amministrazione sciolta per infiltrazione mafiosa?

Roberto Fico, del direttorio 5 Stelle, conferma che anche l'ipotesi scioglimento è al vaglio. Sostiene che, al presente, avendo il Movimento ottenuto oltre il 70% dei voti al ballottaggio, si può supporre che il Movimento avrebbe vinto anche senza i voti di De Robbio e che le iniziative del sindaco dimostrano che a Quarto è stata finalmente avviata una "battaglia di legalità".

"Noi come M5s e come amministrazione siamo parte lesa, lo afferma anche la magistratura", ha concluso in un'intervista a Il Fatto Quotidiano, sostenuto indirettamente anche da Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani.

Conserviamo la preoccupazione manifestata nelle due domande poste e seguiremo da vicino il caso in attesa di risposte soddisfacenti.

Con meno interesse seguiamo le lezioni di Orfini e compagnia ai quali chiederemmo, potendo, quali siano le ragioni per cui le Coop al centro dello scandalo di Mafia Capitale ancora conservino i loro appalti, e di quanto tempo ancora necessitino per intervenire.