Che la politica stia diventando sempre più un messaggio veicolato dalle condivisioni social è un fatto. La vita e le apparizioni pubbliche dei politici diventano il fatto mediatico da catturare, commentare, narrare ed eventualmente dividersi (fan o hater?).
Questa settimana due sono le apparizioni politiche che hanno avuto un grande impatto virale
La prima è la fotografia di Matteo Renzi che fa la spesa, finita sulla copertina di Chi, ovviamente l’idea alla base dello scatto era fare riflettere sul ritorno di Matteo Renzi ad una vita normale, un Italiano come tanti alle prese con i quotidiani problemi del carrello e dei suoi costi.
Fotografia dell'ex premier che non tutti hanno letto così. Andrea Scanzi, giornalista de "Il Fatto Quotidiano" ed opinionista televisivo dall'alto valore di share, ha letto sul suo profilo Facebook lo scatto come un tentativo d'inganno.
Per Andrea Scanzi la foto di Matteo Renzi con il carrello che fa la spesa, è soltanto il tentativo di apparire come un umile simpatico che ha imparato la lezione, ma che con l’appoggio dei media tenta d’apparire l’uomo nuovo per ritornare a Montecitorio. L’altra immagine virale largamente condivisa e commentata questa settimana, è una che riguarda Virginia Raggi, sindaca Cinque Stelle romana.
Virginia Raggi entra al Quirinale per gli auguri di rito, la saluta Brunetta con il quale scambia qualche parola di circostanza e viene praticamente ignorata dal resto della classe politica dirigente romana, in palese imbarazzo, non sapendo bene cosa fare e come comportarsi, tira fuori dalla borsa il suo cellulare per sconfiggere l’imbarazzo, anche in questo caso per gli hater è segno di manifesta incapacità politica, per altri come Beppe Grillo “è come la casta vede i cittadini”.
Le immagini sono un media del linguaggio, sono sempre ambigue dal punto di vista linguistico, ciascuno le legge ed interpreta forte dei propri contenuti culturali, quando in realtà non dicono né più né meno di ciò che mostrano (Matteo Renzi che fa la spesa e Virginia Raggi che entra in Quirinale), pensateci: se l’urlo di Munch, l’avessimo conosciuto come “il rutto” o “la scorreggia” quanto sarebbe diversa la percezione di senso e significato di quell’immagine rispetto quello che attualmente gli attribuiamo?