Diciamocela tutta. Matteo Renzi non sa parlare proprio benissimo in inglese. E il web se ne è accorto da tempo, con vari video parodia, che riprendono alcuni suoi discorsi e frasi celebri (il suo 'Shish' è diventato proverbiale). C'è anche qualche nostalgico che lo paragona a Benito Mussolini, sul fatto che quest'ultimo sapesse parlare tre lingue (inglese, francese e tedesco). In realtà, il problema dell'inglese fluente riguarda un po' tutti gli italiani e ce ne accorgiamo quando siamo in viaggio all'estero o dobbiamo dare qualche informazione a turisti stranieri.

Cerchiamo di cavarcela con la nostra proverbiale gestualità.

L'incontro ad Addis Abeba

Ultima gaffe del nostro Premier si è consumata ad Addis Abeba in Etiopia (famosa per noi italiani per la drammatica battaglia durante il fascismo), dove è intervenuto nell'ambito del The new italian development finance institution. Una conferenza internazionale organizzata dalla Cassa depositi e prestiti a margine della conferenza Onu Financing for development. Arrivato in ritardo, l'ex Sindaco di Firenze ha pronunciato un pensiero che non è passato inosservato e risulta alquanto inverosimile. Vediamo cosa ha detto e perché.

È arrivato in ritardo perché doveva salvare l'Europa

Come riporta Libero, giunto in ritardo, col suo proverbiale inglese il buon Matteo ha detto che: "(…) I'm sorry for the delate but we spend a very inchesting (forse voleva dire: interesting) night in Bruxelles to save Europe and to to to (non è un errore di battitura, lo ha detto davvero tre volte) try to involve Greek economy in new strategies...".

dunque, avete tradotto bene? Il nostro Premier e segretario del Partito democratico è arrivato tardi perché ha trascorso tutta la notte precedente a salvare l'Europa e aiutare la Grecia a trovare una nuova strategia vincente. A parte l'inglese incerto, qui c'è un altro problema: il significato di ciò che ha detto. Una bufala soprattutto alla luce di quanto ha rivelato la leader del Front National, Marine Le Pen. La quale ha rivelato a Il Giornale cosa pensano davvero di noi in Europa e quale peso abbiamo nelle trattative. Praticamente nessuno. Perché per loro, la prossima Grecia siamo noi.