Ieri, da Agrigento, l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, dopo le polemiche e l'allontanamento dell'aula in dissenso dal gruppo durante il voto per la riforma della scuola, aveva auspicato che l'esecutivo facesse chiarezza sulla riforma Pensioni, per evitare di aprire un dibattito che non porta a nulla dopo le ultime proposte del presidente dell'Inps Tito Boeri che ipotizzano sì una maggiore flessibilità in uscita per la pensione anticipata, ma con modalità ancora tutte da capire che potrebbero prevedere anche tagli alle pensioni più alte erogate attualmente col sistema retributivo.

Riforma pensioni, Renzi: ok più flessibilità in uscita ma è ancora presto per parlarne

Oggi a parlare delle modifiche alla legge Fornero è il presidente del consiglio e segretario del Partito democratico Matteo Renzi. Le dichiarazioni del premier tuttavia non sembrano per niente rassicuranti per esempio per chi si attende la possibilità di poter andare in pensione prima senza penalizzazioni, e in ogni caso non aggiungono nulla di nuovo rispetto a quanto già dichiarato dallo stesso Renzi se non la conferma dell'impegno da parte del governo a modifica le attuali norme sulla previdenza. "Cercheremo - ha ribadito oggi il premier dalle pagine de l'Unità - di consentire più flessibilità in uscita".

Previdenza e finanza, il premier: dobbiamo tenere d'occhio i contri pubblici

Ma non sarà facile inserire nuove forme di pensione anticipata se non con penalità che potrebbero essere non proprio lievi, perché l'esecutivo deve stare sempre "con un occhio ai conti pubblici", ha spiegato oggi Renzi su l'Unità rispondendo alle domande di alcuni lettori all'interno della rubrica "Caro segretario".

Gli interventi per la riforma delle pensioni dovrebbero arrivare con la prossima legge di Stabilità in discussione dopo l'estate a partire da settembre. Il dibattito è aperto, diverse le proposte e le posizioni in campo, si parte dal piano Boeri ma si terrà conto della proposte dei sindacati e dei gruppi parlamentari, ha assicurato nei giorni scorsi il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Oggi Renzi, pur non spegnendo le speranze, dice: "E' ancora presto per discuterne".