Dalla bicicletta scoperta per divertimento in Africa al podio del Tour de France. Una vera favola quella di Chris Froome, un anti personaggio per natura che invece avrebbe una gran bella storia da raccontare.

Chris Froome è nato nel 1985 a Nairobi, in Kenya, da genitori britannici.A 14 anni si è trasferito a Johannesburg, in Sudafrica seguendo i genitori impegnati nella diplomazia britannica. Qui ha cominciato a pedalare per divertimento e poi con una piccola squadra locale. Durante una corsa in Sudafrica Froome fu notato da Claudio Corti, team manager italiano della formazione Barloworld, una squadra britannica con una forte impronta africana.E proprio Corti in questi giorni trionfali per Chris Froome ha raccontato in diverse interviste la storia dell'arrivodel corridore nel grande Ciclismo.

Chris Froome, l'esordio al Tour

Froome aveva iniziato a pedalare a 17 anni per poi cominciare a gareggiare a 22. Corti ricorda il primo incontro con il futuro vincitore del Tour de France. "Fu ad un Giro del Capo" ricorda il manager italiano "Ricordo che nella tappa più dura, con un arrivo in salita impegnativo,tenne il passo dei miei corridori, uomini come Cardenas e Sabido che erano professionisti. Volevamo ingaggiare alcuni corridori africani e pensai che Froome fosse la scelta migliore".

Chris Froome esordì con la Barloworld nel 2008, partecipando alla Roubaix, ritirandosi, e al Tour de France, dove chiuse 83° ad oltre due ore di distacco dalla maglia gialla Carlos Sastre. "Lavorava duro ed aveva qualità, ma era giovane, doveva migliorare forza e potenza.

C'è riuscito" spiega Corti.

Un giovane indipendente

Fuori dalla bici Corti ricorda il giovane Chris Froome come un ragazzo indipendente e determinato: "Aveva già girato il mondo arrivando da una famiglia di diplomatici, aveva fatto le sue esperienze, aveva ben chiaro quello che voleva. Quando ci trasferimmo nel quartier generale della squadra a Brescia lui volle prendere un appartamento tutto per sè senza condividere niente con i compagni".

Ma questo non deve far pensare ad un Chris Froome incapace di fare gruppo, come ha ricordato uno dei compagni dei suoi primi anni in Sky, lo spagnolo Flecha: "E' un tipo divertente, ci raccontava un sacco di storie di quando era in Africa. Una volta mentre stava pescando si dovette arrampicare su un albero per sfuggire ad un ippopotamo!".