Dopo Zara, anche Levi’s ha annunciato l’intenzione di eliminare ogni sostanza tossica dalla sua filiera di produzione e dai propri prodotti entro il 2020. Un’altra grande firma della moda, quindi, ha detto sì a Greenpeace e alla sua campagna “Detox”: ciò è stato reso possibile dagli oltre 200.000 consumatori che in appena una settimana hanno firmato la petizione a Levi’s, alle decine di migliaia che sono entrati in azione attraverso Facebook e Twitter e alla proteste organizzate da Greenpeace fuori dei negozi Levi’s in oltre 80 città di tutto il mondo.

Levi’s chiederà da subito a 15 dei suoi maggiori fornitori (ognuno con più impianti) in Cina, Messico e altri Paesi in via di sviluppo, di rendere noti i dati dell’inquinamento che essi causano, al più tardi entro giugno 2013. Seguiranno altri 25 fornitori principali, entro la fine del 2013. Tutto ciò permetterà a chi vive nei pressi di queste fabbriche di ottenere informazioni cruciali sullo stato di salute delle proprie risorse idriche.

Impegnandosi a usare sostanze alternative a quelle più pericolose, Levi’s diventa l’undicesimo marchio ad assumere impegni credibili da quando Greenpeace ha lanciato la campagna Detox, nel 2011. Una parte importante dell’impegno di Levi’s è volta all’eliminazione entro il 2015 dei PFC (composti perfluorinati) alcuni dei quali sono persistenti, cancerogeni e con effetti su sistema nervoso, sistema endocrino, accrescimento e sviluppo. Levi’s si è anche impegnata a fare da leader nel settore, promuovendo l’adozione di alternative non pericolose entro il 2015.