La grande distesa di terra e ghiaccio chiamata Groenlandia è da sempre un protettorato danese, pur avendo dal 2009 una maggiore autonomiadi decisione. Proprio quest'isola è finita nel mirino di molti speculatori, compresegrandi potenze economiche interessate alle materie prime lì nascoste: proprioper questo la Danimarca è al bivio, negli ultimi tempi, tra una scelta cheubbidirebbe alla sua storica tradizione ecologista e una che invece porterebbe laDanimarca al tavolo dei grandi esportatori di materie prime.

La parola attorno alla quale girano questi interessi è uranio, di cui il sottosuolo groenlandese è particolarmente ricco.

Loscioglimento dei ghiacci ha fatto scoprire molti minerali nel suolo dellaGroenlandia mai o quasi estratti e ha portato a una emigrazione di massa deigamberetti verso acque più fredde, più a nord. Il risultato è che la pesca,unico sostentamento nell'economia dei soli 60mila abitanti, non è piùsufficiente e le mire di Cina, Corea del Sud e degli Usa stanno andando sempredi più sui giacimenti di uranio, ferro, rame, oro e terre rare.

Per quanto riguarda queste ultime si tratta dei mineraliindispensabili per le microtecnologie in smartphone e automobili: unosfruttamento da parte della Danimarca significherebbe la fine del monopoliocinese nella materia. Per quanto riguarda invece l'uranio, la questione èspinosa e legata al nucleare.

La componente green della Danimarca è piuttostopotente e rilevante nella società e nel sentire comune: in tempi recenti la sezione locale di Greenpeace èriuscita a far chiudere una centrale nucleare in Svezia perchè troppo vicina alterritorio danese.

La Groenlandia può gestire, in base ad accordi del 2009, leproprie materie prime in autonomia.

Il legame con la Danimarca è però moltosaldo, essendo lo stato regnante responsabile della politica estera e dovendo,comunque, gestire le estrazioni, viste la scarsità di preparazione e di risorseumane presenti nell'isola. Intanto si fanno sentire le pressioni delle multinazionali: proprio per la spinta di queste ultime in Groenlandia è stata adottata una legislazione che prevede una retribuzionepiù bassa per i lavoratori stranieri.

A complicare il quadro le imminenti elezioni politiche inGroenlandia, con la possibilità remota per l'isola di diventare paeseindipendente. Se la situazione di povertà fosse destinata ad aumentare, ladecisione, pur ecologicamente rischiosa, diventerebbe inevitabile.