Non servono esperimenti né prove per dimostrare i danni del nucleare e della radioattività sull'ambiente e sul mondo vegetale e animale e di conseguenza sugli uomini, la prova è lo stesso incidente nucleare di Fukushima.

Son trascorsi due anni e le conseguenze si moltiplicano: i tonni radioattivi rilevati sia in Giappone che in California, mais a due teste, arance e albicocche bicolore, pomodori ricoperti da sospettose escrescenze, cavoli giganti e frutta siamese.

Ovviamente la scienza non azzarda dichiarazioni, ma sembra certo che la natura di queste contaminazioni ed effetti deformanti sia proprio questa.

La scoperta di farfalle mutate geneticamente, ha poi fatto altro scalpore nel mondo scientifico e si è scoperto un rischio maggiore di obesità per i bambini della zona giapponese luogo della tragedia, per non parlare dei casi di cancro o problemi alla tiroide.

E con tutto questo sono pronti a riavviare l'attività nucleare, né la moria di pesci e la loro contaminazione, né tutte le conseguenze distruttive sembrano avere fatto cambiare idea al Giappone e non solo, anche in Italia, assistendo a vari dibattiti spesso si riscontrano pareri pro-nucleare come se l'esperienza vissuta non fosse bastata a comprendere quanti danni arrecano le radiazioni sull'uomo.

E siamo al secondo disastro, quello di Fukushima, nella storia del nucleare ancora più dannoso e devastante del primo, quello di Chernobil, di cui forse ancora molti cittadini pagano le conseguenze.

Allora la più lampante evidenza a parte i casi di leucemia tra bambini e adulti manifestatisi in quantità eccessiva, come dimenticare le famose lattughe che crescevano a vista d'occhio in men che non si dica.

Eppure non impariamo mai dai nostri errori, continuiamo a rifarli e a rifarli ancora e ancora, ma per quanto vogliamo sbagliare ancora?

Tanto si è fatto per l'ambiente e la cura della Salute e la prevenzione delle malattie, e tanto si può fare ancora ma non ci si può intestardire su scelte così colossalmente evidenti come i lati negativi del nucleare.