Rullo di tamburi e tappeto rosso per l'arrivo a Roma della seconda compagnia privata per il car sharing tecnicamente detto "a flusso libero" che permette di prendere e lasciare l'auto dovunque.

Giornalisti entusiasti e opinione pubblica commossa, ma facciamo due conti sull'effettiva sostenibilità ambientale e convenienza di questi applauditi progetti imprenditoriali.

Il comune di Roma annuncia a marzo 2014 l'iniziativa Car 2 go, l'Eni farà altrettanto con il suo progetto Enjoy.

In totale 2.100 automobili in più varcheranno i confini delle nostre ZTL, senza pretendere nulla dallo sharer per il parcheggio su strisce blu e senza qualificare la propria immagine come macchine elettriche.

Si parla del progetto Car to go come della "soluzione perfetta per chi arriva da fuori città e ha bisogno di un'utilitaria per i suoi spostamenti, senza aspettare taxi o auto a noleggio con conducente."

Ma i vantaggi per i residenti a Roma, consumatori con redditi medi sotto i 18.000 euro/anno che i taxi e le auto con conducente al massimo le guidano senza mai esserne clienti, dove sono?

Dai dati raccolti da Lega Consumatori Lazio su un piccolo campione di utenti si evince un generale interesse per l'iniziativa, manifestata in particolar modo da giovani che non posseggono auto privata o che, in difficoltà con il caro vita, stanno ipotizzando di venderla.

Il loro interesse è però accompagnato da perplessità sui costi del servizio e sulla disponibilità di veicoli nel momento e nel luogo in cui servirebbero.

Altre perplessità riguardano la possibilità di ingresso gratuito nelle aree ZTL , originariamente pensate per ridurre il traffico nelle zone centrali e che ora vedrebbero circolare, oltre a chi ci abita e lavora in possesso di apposito permesso, anche i veicoli del car sharing.

Ma proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno.

Il Piano Generale della Mobilità Urbana, editato a marzo 2014, sembra avere tutto sotto controllo e parla di un futuro di mobilità sostenibile romana dato dall'integrazione di trasporto pubblico, car sharing, bike sharing, car pooling e car sharing.

Studi europei condotti in città dove il car sharing è attivo ormai da anni testimoniano come «Il 47% degli utilizzatori del car sharing vende la propria seconda auto mentre il 12% rinuncia all'acquisto della prima».

Cionostante l'impressione a prima vista è che il car sharing, poiché gestito da aziende private, si stia muovendo a velocità enorme mentre le altre opzioni sostenibili sono ancora timidamente ai blocchi di partenza.

Insomma, la Lega Consumatori Lazio segue con interesse e qualche preoccupazione l'evoluzione del car sharing a Roma e auspica che possa contribuire realmente a liberare spazio pubblico occupato dalle auto in sosta e a ridurre il traffico e le emissioni inquinanti nella capitale.

Ma condurrà davvero le famiglie a rinunciare alla propria auto?