Le osservazioni compiute in sinergia da Goletta Verde e Legambiente lasciano pochi dubbi: il mar mediterraneo si sta riempiendo in modo preoccupante di rifiuti, tanto da ricordare il fenomeno della plastic vortex, un'isola artificiale composta da rifiuti che si aggira per l'Oceano Pacifico. Fortunatamente non siamo ancora a simili livello, ma i dati raccolti restano comunque di grande allarme e preoccupazione, soprattutto se si considera che il 90% dei rifiuti galleggianti sono costituiti di plastica e di altri materiali altamente inquinanti. L'Italia è scesa in campo già da molto tempo sulla questione, tanto che in molti campi possiede una legislazione all'avanguardia rispetto ad altri Paesi europei.

Purtroppo la vicenda dell'inquinamento nel mar Mediterraneo non può essere affrontata in modo estemporaneo da un singolo Paese, ma deve necessariamente passare per un'azione di concerto sovranazionale.

La ricerca di Goletta Verde e Legambiente

L'attività di ricerca di Goletta verde e Legambiente è consistita in circa 90 ore di osservazione dei rifiuti presenti in oltre 1700 chilometri quadrati di mare, catalogati durante il perdurare dell'estate 2014. Lo studio a prodotto numerosi dati, tra cui:

- fino a 27 rifiuti galleggiano ogni chilometro quadrato;

- il 90% di questi avvistamenti consiste in rifiuti di natura plastica;

- a livello temporale, è stato avvistato un rifiuto ogni 10 minuti di navigazione.

Durante il monitoraggio si sono distinti anche molti rifiuti derivanti dall'attività commerciale ittica e di pescaggio. È infatti piuttosto comune incontrare tra le acque reti, galleggianti di polistirolo e altri frammenti di attrezzatura riconducibile all'attività della pesca.

Le percentuali distinte per i tratti di mare

Nella classificazione stilata da Goletta Verde, il Mar Adriatico è il tratto italiano con la maggiore densità di rifiuti per chilometro quadrato, corrispondenti a 27 avvistamenti per km.

Il Mar Tirreno è invece al centro dell'attenzione per la maggior percentuale di rifiuti di plastica (91%). Ottiene risultati migliori il Mar Ionio, con solo 7 avvistamenti ogni chilometro di mare, ma va considerata la favorevole posizione geografica che tende a disperdere altrove molto del materiale di rifiuto. È evidente che il fenomeno deve essere monitorato con attenzione, viste le gravi ripercussioni che possono accadere sia nel campo dell'ittica che del turismo e della salute pubblica.

A tal proposito Serena Carpentieri, parlando a nome di Goletta Verde, ha affermato "La grande quantità di rifiuti che abbiamo trovato lungo il nostro rende l'idea di quello che nascondono i fondali marini". Prosegue Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente: "l'Italia negli ultimi anni grazie al bando dei sacchetti di plastica non compostabile ha segnato una discontinuità unica tra i paesi industrializzati […]è arrivato il momento che l'Europa adotti in via definitiva la proposta di direttiva già ampiamente discussa e votata in prima lettura nel precedente Parlamento Europeo per estendere la buona pratica italiana anche al resto del vecchio continente che deve risolvere anche il problema dell'inquinamento da plastica del mar Mediterraneo".