L'annuncio è di sabato scorso, 18 Ottobre 2014: uno degli ultimi esemplari di rinoceronte bianco africano del Nord è morto, lasciando la specie sul baratro dell'estinzione. Rimarrebbero infatti solo sei esemplari in tutto il mondo. L'animale, un maschio di nome "Suni", era probabilmente l'ultimo maschio esistente in natura in grado di accoppiarsi e concepire in base a quanto suggerito dallo Zoo di "Dvur Kravole", che si trova in Repubblica Ceca, dove il rinoceronte Suni era nato in cattività, 34 anni or sono.
I rinoceronti bianchi africani sono stati oggetto negli ultimi 30 anni di violente cacce selvagge da parte dei bracconieri in Africa centrale e medio-orientale, per via dei loro corni, usati come trofei o tritati e usati in polvere come potente afrodisiaco nella medicina tradizionale cinese.
Suni è probabilmente deceduto per cause naturali, ancora da chiarire, nella riserva di Ol Pejeta, nel distretto di Laikipia, in Kenia.Il rinoceronte era uno dei quattro esemplari di rinoceronte bianco africano, due maschi e due femmine, reintrodotti in Africa dallo zoo di Dvur Kravole nel 2009, attraverso un' operazione che era stata rinominata "l'ultima possibilità di sopravvivenza".
Era stato valutato possibile che la secrezione ormonale delle femmine si sarebbe regolarizzata quando fossero state reintrodotte in natura; purtroppo ogni tentativo di fecondazione compresa quella artificiale sono stati vani. Nessuna delle due femmine è rimasta gravida durante i 4 anni di progetto.
Ora, un' altra coppia di rinoceronti bianchi del Nord vive attualmente in cattività allo zoo di San Diego, in America, ma sono troppo anziani per potersi riprodurre con successo.
Un' altra anziana femmina è a tutt'oggi accudita in cattività allo zoo di Dvur Kravole. La situazione purtroppo è da considerare davvero grave, tanto che Stuart Pimm, un ecologista esperto di conservazione della Duke University di Durham, Carolina del Nord - USA, considera la specie estinta, pur restando in vita sei esemplari.
Lo stesso Pimm afferma che "la perdita di questa specie certifica quanto dura sia la condizione dei grandi animali selvatici in tutta l'Africa" e ancora "che stiamo perdendo buona parte dell'ecosistema della savana africana".
Questa situazione può essere spunto per capire che è arrivata l'ora di iniziare a difendere la grande varietà faunistica del nostro pianeta anziché scrollare le spalle e pensare che non c'è tanto da fare davanti a queste disgrazie.