Il testo, approvato a Ginevra dopo una settimana didiscussioni, costituisce la base del prossimo trattato che verrànegoziato al vertice di Parigi fra il 30 novembre e l'11 dicembre2015, e raccoglie tutti i suggerimenti presentati dagli stati membri.Invece di optare per una agenda più snella, idelegati hanno insistito che venissero inglobate tutte le posizionidei diversi paesi e il testo base iniziale di 38 pagine, concordatonell'ultima conferenza di Lima a dicembre 2014, si è più cheraddoppiato fino a 86 pagine.

Christiana Figueres, segretaria esecutivadell'UNFCCC (United Nations Framework Conference on Climate Change)riconosce che l'ampio numero di opzioni e sotto-opzioni elencate neldocumento comporterà per i governi una mole notevole di lavoro nella prossima sessione interlocutoria di negoziati in programma a giugno, maè cosciente dell'importanza di partire con un documento che riflettale posizioni e le preoccupazioni di ogni paese.

“Non c'è un soloPaese che vuole essere lasciato fuori da un accordo che avrà impattosul suo futuro” ha dichiarato, dando voce all'insistenza sullapartecipazione espressa da molti paesi in via di sviluppo dopo ilfallimento del 2009 di dar vita a Copenhagen ad un trattato globale.

Secondo un delegato, “Dopo anni di false partenzee di promesse non mantenute, l'aver ripristinato senso diappartenenza e fiducia nel progetto non è cosa da poco. Epersonalmente penso che si è fatta un bel po' di strada versol'obiettivo”.

Nessuno si aspetta che l'accordo di Parigi arrestiil cambiamento climatico, ma sarebbe la prima volta che tutti i paesisono d'accordo di fare qualcosa in proposito. Prima, solo i paesiricchi si erano impegnati a limitare le emissioni di gas serra prodotti dalla combustione dicarbone, petrolio e gas, primo fra tutti l'anidride carbonica. 

I negoziatori hanno adesso dieci mesi per affrontarela questione chiave di come ripartire i tagli delle emissioni, chesecondo gli scienziati sono necessari per evitare che i cambiamentidi clima raggiungano livelli pericolosi.

Il clima sta già cambiandoe può solo peggiorare, il 2014 è stato l'anno più caldo mairegistrato, e si devono evitare gli effetti estremi che l'attivitàumana può avere sulla biosfera: inondazione delle aree costiere,sconvolgimenti nell'agricoltura e nella disponibilità di acquapotabile, e diffusione di malattie.

Critici sul testo sono gli esperti di Greenpeace -“i paesi non hanno voluto prendere il toro per le corna” - ma piùottimisti si mostrano gli attivisti verdi perché il testo ridondante significa che le loro idee sono tuttora vive,inclusi gli obiettivi di lungo termine di eliminare definitivamente tutte le emissioni da combustibili fossili.

La maggior parte delle emissioni attuali arrivano daipaesi in via di sviluppo, con in testa la Cina, ma storicamente, lamaggioranza dei gas, sono stati emessi dall'Occidente i cui paesi sonostati i primi ad industrializzarsi. Ciascuna delle due parti pensache l'altra debba fare di più, e queste posizioni sono espresse neldocumento preparatorio di Ginevra.

Stati Uniti e altri paesi ricchihanno aggiunto clausole che insistono sulla necessità che tutti ipaesi facciano la loro parte, mentre i paesi in via di sviluppo hannofatto inserire la loro richiesta di assistenza finanziaria peraiutarli a combattere i cambiamenti climatici.

Verrebbe da dire "chi è causa del suo mal pianga se stesso", il problema è che la Terra è una sola, e ci dobbiamo vivere tutti, insieme.