La cittadinanza italiana, avente diritto al voto, è invitata a rispondere, domenica 17 aprile 2016, al quesito referendario abrogativo: “volete che, quando scadranno le concessioni, vengono fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”, esso riguarda solo ed esclusivamente la durata delle trivellazionigià esistenti entro le 12 miglia dalla costa italiana. I combustibili fossili (il carbone, il petrolio e il gas) non sono sempre presenti alla stessa profondità sotto la superficie terrestre, alcuni sono presenti sulla terra ferma mentre altri sotto al mare.

VOTARE SI O NO?

Secondo alcune associazioni ambientaliste, come ad esempio Greenpeace, il petrolio detto anche greggio è un miscuglio di sostanze chimiche separate o raffinate esi genera dal carbon fossile che bruciato ottiene questa sostanza detta energia (monossido di carbonio e anidride solforosa) che sporca, o meglio,inquina l’area circostante con fumi e gas pericolosi. Il Parlamento, per mezzo dell’art. 75 della costituzione italiana, ha stabilito la validità delreferendum abrogativo solo in caso in cui sarà superata la soglia del 50% di voto attivo da parte delle persone aventi diritto. Il ‘SI’, abroga l’articolo 6 comma 17 del codice dell’Ambiente che dispone la continuità delle trivellazioni nelle piattaforme da parte delle compagnie petrolifere e di gas fino a quando il giacimento lo consente entro le 12 miglia della costa italiana.

L’intento, secondo numerose associazioni ecologiste è quello di evitare rischi di degrado ambientale circostante. Il ‘NO’, concederà alle compagnie di petrolio e gas già attive e presenti nelle piattaforme la possibilità di rinnovare il contratto di concessione di trivellazione (ovvero, di perforare attraverso un elicoide la superficie terrestre) e, secondo i contrari al referendum in questione, prevede probabili ripercussioni economiche (fuga di investimenti, chiusura di imprese, licenziamenti) dovute alle esigenze di mercato. A noi cittadini la scelta