Per tante persone che hanno partecipato attivamente al referendum trivelle,è quasi un caso di giustizia la piega che ha preso questa notizia, mentrecontinuano senza sosta il lavori per tentare di arginare il versamento di greggio nei due torrenti (il Polcevera e il rio Fegino),che rischiano di riservare una triste sorte a un mare fino ad ora incontaminato. Il caso è alquanto misterioso soprattutto peril silenzio dellanotizia comunicata solo il giorno dopo il referendum del 17 aprile; questomalgrado l'incidentesia avvenuto il giorno prima e se reso noto alla popolazione,avrebbe potuto 'comprometterne seriamente (per qualcuno), il responso.Ilpericolo più importantesembrerebbeevitato grazie alla chiusura immediata della falla dell'oleodotto, alle opere di bonifica che hanno provveduto a contenere il greggio nigeriano (un tipo di petrolio molto pesante), con un cordolo dipanne assorbenti,dalle pompe utilizzateper mezzo delle autobotti di due squadre di vigili del fuococheproseguono adaspirarlo dalla superficie delmare edalla schiumatura perdiminuirne l'evaporazione che stava rendendo l'aria della popolazione irrespirabile.

Tutto questoè statoreso necessario perevitareche il greggio siriversasse in alto mare distruggendoirreparabilmente lo scenario della costaligure tanto decantata.

Il resoconto di una settimana di lavori

I lavori di bonifica della'società Iplom', responsabile degli impianti che dalPorto Petroliporta le tubature incriminate alla raffineria di Busalla,sono andati avanti per una settimana e il pericolo maggiore è statola possibilità di nonriuscire a contenere le decine di metri cubi dimateriale oleoso che avrebbero potutoriversarsi in mare aperto; pericolo accentuato dalle notizie del peggioramento delle condizioni meteorologiche che sisuccedevano nell'arco dellegiornate. A oggi sembrerebbe che 'qualcosa è passato', raggiungendoil mare aperto elasciando il segno visibile del suoprodotto inquinante; situazione confermata da un ATR42 dellaGuardia Costiera che continua amonitorare lacosta e ilmare ligure, rivelando tre piccolemacchie oleose, ognunadi una grandezza dicirca 600 metri per 100 di larghezza, al largo di Arenzano e Cogoleto, un'altra a otto miglia nell'alto mare savonese e altre due a quattro migliain alto mare aImperia, grandi circa 2/3 miglia e larghe una trentina di metri.

Le notizie della capitaneria di porto di Savona comunicano intanto che lungo le spiagge del savonese e di Albissola si notala presenza di piccole macchie di greggio non ritenute pericolosema'effetti limitati', eanche se sidichiarala cessata emergenza, la situazione potrebbe non essere così tranquilla come la si presenta perché, a causa delle piogge delle ultime ore, sembrerebbe che lemacchie dipetrolio si stiano rendendo più visibili a causa della corrente in aumentodel Polcevera.

Il resoconto di questa tragedia mancata (forse),dovrebbe farriflettere tutte quelle persone che si sonoastenute al referendum del 17 aprile,non pensando atutti i futuri pericoli cui la costa italiana è sottopostanel casodovesse ripetersi, inmaniera estremamente più grave, una situazione analoga a quella ligure. Molti si chiedono se fossero venuti a conoscenza prima del'fatto', quale svolta avrebbe avutonel referendum la decisione della popolazione italiana che sembra 'svegliarsi' improvvisamente, solo quando il pericolo 'bussa'sulle proprieteste omette a rischioi portafogli personali.