Ovidio3 – Signori del Cemento 0. Triplice fischio e partita finita, giusto per rimanere in tema di Europei 2016. Ebbene sì, perché il mitico Ovidio Marras, storico pastore teuladino ultraottantenne che da sei anni combatte una battaglia personale contro gli esperti finanzieri della Sitas (la Società iniziative turistiche agricole sarde intenzionata a trasformareun gigantesco lembo di terra a Tuarredda-Malfatanoin un immenso e lussuoso albergo a cinque stelle), ha vinto per l’ennesima volta. In quest’occasione, infatti, il Tribunale di Cagliari, dopo avergli già dato ragione in altre due circostanze, ha condannato la società immobiliare a rimettere in sesto (riportandolo esattamente al tracciato originario, scrive il giudice) il famoso “stradello” che permetteva ad Ovidio di raggiungere tranquillamente la sua proprietà: il “Furriadroxiu di Bellisai”.
“La sentenza – si legge nelle carte – è provvisoriamente esecutiva”. In parole povere l’ultraottantenne pastore teuladino potrà imporre la demolizione della struttura alberghiera (in particolare il corpo centrale) che è stata costruita esattamente di fronte alla sua proprietà e che si trova a soli 300 metri dal mare.
La storia di Ovidio
La sfida all’ultimo duello tra “Davide” e “Golia” dura da circa sei anni. Tutto ebbe inizio nell'aprile del 2010 quando Ovidio venne a sapere (casualmente) che la società immobiliare aveva deciso di modificare, senza nessun avviso, la piccola stradina che conduceva alla sua proprietà per adattarla alle volumetrie e alle esigenze del resort a cinque stelle. Nonostante tutte le offerte ricevute per l'acquisto di quel lembo di terra non ci fu nulla da fare.
L'uomo, come ben si può immaginare, protestò con tutte le sue forze ma nonostante questo “l’impresa – scrive il giudice Gabriella Dessi nella sentenza – forzò il cancello già esistente e ne mise altri due nuovi senza che Ovidio potesse almeno ricevere una copia delle chiavi. Successivamente – si legge nelle carte – l’impresa mise in piedi il corpo centrale del resort di lusso, esattamente sopra il percorso che permetteva al pastore di raggiungere la sua proprietà”.
Una battaglia fatta di carte bollate
Se l’avvocato EmanueleMatta non c’avesse creduto, probabilmente di Ovidio non se ne sarebbe sentito mai parlare, chi lo sa. L’uomo infatti ora dovrà prendere una decisione fondamentale. E cioè quella di andare avanti (oppure no) contro la Sitas, che tra l’altro è stata già sconfitta sia nel giudizio amministrativo che in Cassazione.
La sua determinazione potrà insomma salvare la natura incontaminata di Tuarredda-Malfatano. Bisogna ricordare infatti che la Sitas ha già pronto un nuovo progetto di edificazione che, tra l’altro, ha già presentato da tempo agli addetti ai lavori della Regione Sardegna.