Siamo di fronte a una grande svolta nella produzione di energia rinnovabile. Il 2016 secondo i dati diffusi in questi giorni da WindEurope è stato l'anno dove la produzione di energia da fonte eolica ha superato la quantità generata dal carbone e combustibili fossili. Senza dubbio questa incredibile inversione di tendenza è stata resa possibile dalle nazioni virtuose come Germania, Danimarca, Francia e Olanda che molto hanno investito in questa tecnologia.
2016 anno green: eolico supera il carbone
Le statistiche di WindEurope fotografano un Europa che si muove, seppur lentamente, verso una direzione molto più sostenibile nella scelta delle fonti di approvigionamento energetico.
La prima fonte rimane il gas naturale che assorbe il 20,3% della richiesta con 186GW di energia fornita.
L'approvigionamento da fonte eolica invece è cresciuta sino al 16,7% con 154GW di energia prodotta, attestandosi come secoda fonte. La produzione di energia da carbone invece è scesa al 16,5% e 152GW di energia distribuita. Il sorpasso è minimo, ma significativo guardando a ritroso.
Il documento di WindEurope ci fornisce anche la fotografia relativa alle fonti energetiche e relativa produzione al 2005, dove notiamo come l'eolico era fermo al 6% e con solamente 41GW di produzione. Il carbone undici anni fa era molto più utilizzato e diffuso, soprattutto nelle produzioni industriali, leggiamo infatti come fosse saldo al primo posto fornendo il 24,8% della richiesta con 167GW.
Italia timida e sotto la media
Ben diversa è la situazione italiana. Se la Germania con 5.443MW di nuova potenza installata nel 2016 è la capofila delle nazioni virtuose in Europa per l'eolico, l'Italia è il fanalino di coda della classifia con soli 282,5MW di potenza installata con un investimento di 350 milioni di euro. Davanti e non di poco all'Italia ci sono la Francia (1.561 gigawatt), l’Olanda (887 megawatt), il Regno Unito (736 megawatt), la Polonia (682 megawatt) e la Finlandia (570 megawatt).
La corsa all'eolico è appena cominciata e con i giusti investimenti e le potenialità del nostro meridione non dobbiamo farci tagliare fuori.