Dopo il gran caldo dei giorni scorsi, con temperature arrivate su valori valori estremi in alcune aree del sud e della Sicilia, l'aria più fresca in discesa dal nord Europa ha finalmente rimescolato per bene l'atmosfera, regalandoci un clima estivo decisamente più accettabile rispetto gli standard dell'estate mediterranea. Eppure questa rinfrescata non è stata tutta "indolore". Anzi, lo scivolamento dell'aria fresca verso sud ci ha anche ricordato come l'estate non sempre sia sinonimo di bel tempo, sole e stabilità.

Il gran calore accumulato nei giorni scorsi, in particolare sulle regioni del sud, ha funto da "detonatore" per lo sviluppo e l'esplosione di tanti temporali che lo scorso weekend hanno flagellato parte delle nostre regioni meridionali, la Calabria e la Sicilia, dove il maltempo ha cagionato anche ingenti danni e tanti disagi.

Ecco come il gran caldo alimenta i fenomeni estremi

Lo scivolamento verso sud dell'aria più fresca, in uscita dai Balcani, ha scalfito e scalzato bruscamente verso l'alto lo strato di aria calda e molto umida che da giorni si era accumulato nei bassi strati, in prossimità del suolo, favorendo lo sviluppo di violentissime correnti ascensionali che salendo verso l'alto hanno costruito imponenti nubi cumuliformi (quelle che producono i temporali). Alcune delle quali hanno raggiunto altezze significative, fino ad oltre i 12-13 km di altezza.

Queste nubi dall'aspetto torreggiante, davvero imponenti, hanno dato luogo a fenomeni temporaleschi davvero intensi, se non addirittura estremi in certe occasioni.

Ma la forza che ha reso questi fenomeni temporaleschi così intensi è stata rappresentata proprio dalla gran quantità di calore, intesa come "energia potenziale", accumulata da giorni sul terreno. Con l'arrivo dell'aria fresca questa "energia potenziale", rappresentata dal calore, si è convertita in "energia cinetica", attraverso l'attivazione di queste violente correnti ascensionali che hanno sospinto l'aria calda verso la parte più alta della troposfera, favorendo lo sviluppo di nubi cumuliformi immense, cariche di piogge, temporali e grandinate.

Le forti turbolenze create proprio dalla conversione dell'"energia potenziale" in "energia cinetica" ha prodotto i violenti temporali che nella mattinata di ieri si sono abbattuti fra l'area delle isole Eolie, le coste della bassa Calabria e la Sicilia, responsabili degli allagamenti e della disastrosa "alluvione lampo" di Scilla che fortunatamente, solo per puro caso, non ha causato morti o feriti.