L'Italia voterà no al glifosato il prossimo 25 ottobre a Bruxelles, quando si deciderà sulla proposta di autorizzare il pericoloso pesticida per altri 10 anni in Europa. Lo ha confermato il ministro della Salute Lorenzin agli attivisti di Greenpeace che l'avevano accolta davanti al ministero, con "un aperitivo al glifosato". Con un irroratore e uno striscione contro il glifosato, gli attivisti hanno organizzato un sit-in in attesa della decisione del Ministero, che fortunatamente appoggia la posizione del ministro dell'Agricoltura, Martina, da tempo contrario al glifosato.
Maurizio Martina si sempre espresso per il no, ma la decisione ufficiale, che convalida la posizione italiana, spettava a Beatrice Lorenzin.
Chi vota contro e chi a favore
Molti sono i Paesi alieni al pesticida di cui ormai sono note le proprietà cancerogene e distruttive: oltre all'Italia anche la Francia e la Svezia si sono palesemente schierate per il no, mentre la Germania continua a remare a favore dell'uso del RoundUp per ovvi motivi. E' noto a tutti ormai che la Germania intende favorire l'ormai avviata acquisizione della Monsanto, la multinazionale produttrice mondiale di glifosato e di piante OGM resistenti al glifosato, da parte della Bayer, la grande azienda farmaceutica tedesca. Inutili i resoconti della Iarc sulla pericolosità della sostanza chimica: le pressioni e le manovre internazionali, fino ad ora hanno sempre favorito proroghe dell'utilizzo dell'erbicida, a discapito della salute umana e dell'ambiente.
Greenpeace ricorda che in sede europea sarà valutato e discusso solamente il principio attivo, e non le formulazioni commercializzate: di quest'ultima nessuno ha considerato i rischi mentre già 2 anni fa l'EFSA non ha escluso effetti nocivi dai prodotti formulati con base glifosato. Non dovrebbero essere i singoli Paesi a decidere ma la stessa commissione dopo aver ascoltato i pareri della comunità medico- scientifica.
Si potrà vincere?
Le forze in campo sono schierate e contro il no ci sono dei colossi che incutono timore. Ma la Commissione Europea ha sempre ribadito che non autorizzerà una proroga all'uso del glifosato senza una maggioranza qualificata. Ciò significa che si può raggiungere la "minoranza" in grado di bloccare il decreto con poco più del 45% degli Stati menmbri, oppure con il no di Paesi la cui popolazione arriva al 35% di quella europea.
Alla Francia e all'Italia basterebbero 2 o 3 piccoli stati per fermare la Monsanto. La Svezia potrebbe appoggiarci ma non sappiamo quali manovre sottobanco stia preparando la Germania per assicurarsi il sì.