La Siria ha firmato l'accordo di Parigi, che vede i paesi che ne fanno parte impegnarsi per ridurre il cambiamento climatico. La decisione della Siria è arrivata un mese dopo l'analoga decisione presa dal Nicaragua: questo significa che gli Stati Uniti rimangono l'unico paese del mondo ad aver rifiutato gli accordi di Parigi. Nel giugno scorso, infatti, il Presidente Donald Trump aveva annunciato ufficialmente il ritiro degli Stati Uniti dal patto, firmato e ratificato dal Presidente Obama nel 2015. Se inizialmente si era temuto che altri Paesi seguissero l'esempio degli Stati Uniti, ecco che invece è successo esattamente il contrario.

Cosa prevedono gli accordi di Parigi

Tutti i paesi che hanno sottoscritto il patto nel 2015 si sono impegnati ad adottare misure volte a raggiungere un limite di 1,5 gradi per il Riscaldamento globale. L'accordo è entrato ufficialmente in vigore nel 2016 e gli stati firmatari si sono anche impegnati a riunirsi ogni cinque anni, allo scopo di valutare se le riforme adottate siano sufficienti e se sia necessario cambiare qualcosa. Lo scopo delle riunioni quinquennali è anche quello di stabilire degli obiettivi sempre più importanti e ambiziosi, basandosi sulle nuove scoperte scientifiche effettuate nel frattempo. Ma l'accordo prevede anche che gli Stati più avvantaggiati debbano versare un totale di 100 miliardi di dollari all'anno per i paesi sottosviluppati entro il 2020: questo dovrebbe aiutare questi ultimi a passare a fonti di energia più sostenibili e meno inquinanti.

Per Donald Trump, questo era uno dei punti più controversi dell'accordo.

Il ritiro degli Stati Uniti

Il Presidente americano aveva infatti sostenuto che se gli Stati Uniti avessero continuato a far parte degli accordi di Parigi, avrebbero riscontrato una perdita economica pari a 3 miliardi di dollari. Per questo motivo, Trump ha firmato la rinuncia ufficiale agli inizi del giugno scorso, scatenando una forte reazione internazionale, causata anche dal fatto che gli Stati Uniti sono uno dei Paesi responsabili della maggior parte dell'inquinamento a livello mondiale.

Una forte reazione si era avuta anche all'interno degli stessi Stati Uniti, con alcuni governatori, sindaci e aziende che avevano preso l'iniziativa di partecipare ugualmente alle iniziative previste dagli accordi di Parigi (come la città di Los Angeles, lo stato di New York e l'azienda Mars). La Casa Bianca, tramite la portavoce Kelly Jones, ha fatto sapere che "Gli Stati Uniti non sono contrari a rientrare a far parte dei patti di Parigi, ma solo se sarà possibile rinegoziare accordi più favorevoli per noi".Possibilità che, alla luce di questi nuovi sviluppi, sembra sempre più remota.