Uno stile di vita ed un impatto ambientale più sostenibili non possono prescindere dalla difesa delle api e dell'apicoltura. Matteo De Simone - perito agrario e laureato in agraria - una vita dedicata alla passione per la natura, da anni dedica tutto il proprio tempo libero all'attento studio di questi imenotteri.
"Quando ho cominciato a studiare le colonie di api mi sono trovato ad affrontare un'evidenza preoccupante: di anno in anno, subivano importanti perdite. Le api sono in pericolo e noi con loro. È tempo di fare qualcosa", si è detto De Simone, diventando così ideatore e fondatore del progetto Saving Bees.
L'iniziativa, del tutto nuova nel suo genere, si propone di riqualificare un terreno molto esteso (oltre 13.000 m²) sostituendo le coltivazioni agricole tradizionali per creare una vasta area incontaminata, ricca di flora spontanea e di piante (sia erbacee che arboree) produttrici di nettare. L'obiettivo per il 2020 è quello di ampliare la flora mellifera, creando così un Ambiente accogliente per le api e per tutti gli insetti impollinatori.
Le fioriture selvatiche sono sempre più rare
Una vera e propria oasi per le api che sono in difficoltà non solo per l'estensione della cementificazione, ma anche per l'eccessiva diffusione delle pratiche agricole moderne. Queste, infatti, sono caratterizzate da ampie monoculture in cui la flora selvatica viene eliminata, togliendo di fatto agli imenotteri la possibilità di alimentarsi.
Queste zone vengono anche chiamate "deserti verdi": terreni percorsi per chilometri dalle api alla ricerca di cibo, che spesso però finiscono per morire stremate dall'eccessiva ampiezza di queste aree.
L'oasi apistica del progetto Saving Bees, invece, si propone come uno spazio in cui le api possano ritrovare abbondanza del loro naturale nutrimento, favorendo così l'impollinazione incrociata, base del successo riproduttivo e soprattutto della biodiversità.
Le api, infatti, in silenzio e con alacre impegno, si occupano dell'impollinazione delle colture vegetali, contribuendo al mantenimento dell'ecosistema su cui la nostra vita è fondata. Il 71% della nostra produzione alimentare dipende proprio dall'impollinazione delle api selvatiche e domestiche, venendo meno le quali, perderemmo quei prodotti di cui noi (e gli animali che alleviamo a fini alimentari) ci nutriamo.
Purtroppo, però, vi sono prove evidenti di costanti e preoccupanti cali nelle colonie di questi insetti.
In Europa è stato lanciato l'allarme
Uno studio europeo del 2018 ha evidenziato come quasi il 40% delle api del Vecchio Continente sia classificato come vulnerabile o addirittura a forte rischio di estinzione.
Le colonie apistiche sono in costante calo, processo che negli ultimi 50 anni è stato ulteriormente accelerato da minacce crescenti: avanzare della cementificazione, disboscamento, estendersi dell'agricoltura industriale, aumento dell'uso indiscriminato di pesticidi e cambiamento climatico hanno creato degli effetti che si amplificano combinandosi tra loro, portando alla decimazione degli imenotteri.
Api-coscienza: partecipazione ed esemplarità
"Le api sono 'insieme' e non individui. Fuori dalla comunità non possono vivere", scriveva Mario Rigoni Stern. De Simone lo sa bene. E così ha deciso di dare al progetto una dimensione comune, offrendo di fatto ad aziende pubbliche e private, come a singole persone, l'opportunità di contribuire al ritorno ad un'agricoltura sostenibile che sia di supporto alla fauna apistica.
Partecipazione, responsabilità, sostegno reciproco, questo è il progetto Saving Bees: l'oasi apistica è un luogo di recupero di ambiente naturale, ma anche fonte di miele artigianale per tutti coloro che vogliono appoggiare l'iniziativa e godere di uno dei tesori più preziosi che le nostre amiche api ci regalano.
Inoltre si propone come luogo di incontro e di formazione territoriale, agricola ed apistica. Un luogo in cui imparare che l'essere umano non è la misura di ogni cosa, e che la cura della natura da parte di tutti è la misura del futuro dell'uomo.
L'importanza di Saving Bees sta nel senso di comunità, così come nel concetto di esemplarità. Esattamente come le cellette delle api che, come tanti moduli, compongono le arnie, l'oasi apistica si presta ad essere presa ad esempio per essere riproposta in diverse aree del territorio.
Perché un'oasi può anche essere scambiata per un miraggio, ma tante oasi disegnano un percorso sicuro.