Per la serie BlastingTalks intervistiamo Rosanna Cabasino, responsabile del settore adozioni di ALFA OdV. L’Associazione ALFA Love For Animals dal 2012 organizza ogni anno campagne per favorire le adozioni, per proteggere i diritti dei cani e gatti, per ridurre gli abbandoni e per contrastare il randagismo.
Blasting Talks è una serie d'interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.
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Perché è nata ALFA e in che modo si differenzia dalle altre associazioni che si occupano di tutela degli animali?
Dieci anni fa ci siamo uniti per dare vita ad ALFA, con l’obiettivo di salvare nel concreto cani e gatti in stato di abbandono. Il nostro impegno da allora è tutto rivolto a restituire loro quei diritti fondamentali che purtroppo ancora spesso vengono negati e a fare in modo che altri non debbano mai vivere il trauma del canile o della vita in strada.
Oggi siamo più di cento tra volontari e attivisti, tutti convinti che i bisogni, la dignità e i diritti degli animali debbano essere rispettati anche e soprattutto per quelli che vivono in condizioni svantaggiate, come i reclusi in canile, i randagi e gli animali posti sotto sequestro.
Crediamo che una vita alienata da ogni diritto e annientata dalla solitudine e da un’esistenza in gabbia sia semplicemente ingiusta, per questo diamo loro voce.
Quindi in che modo operate sul territorio?
Operiamo, in collaborazione con gli enti del territorio, nei canili privati convenzionati con i Comuni per promuovere adozioni responsabili e consapevoli dando a centinaia di cani ogni anno la possibilità di trovare una famiglia per sempre.
Ci occupiamo di interventi e cure salvavita per i cani più poveri e dimenticati da tutti, riabilitiamo con percorsi di recupero comportamentale cani maltrattati e problematici ospitandoli nel nostro ALFA Village fino a che non siano pronti alla vita in famiglia. Sosteniamo colonie feline in varie parti d’Italia.
Così ci differenziamo dalle altre perché pur portando avanti delle istanze affinché ci sia un cambiamento di approccio a livello istituzionale e sistemico al problema del randagismo non si perde mai di vista la cura e l’interesse per il singolo animale.
Quali sono a vostro parere la cause principali dell’abbandono degli animali e del randagismo?
Le prime parole che mi vengono in mente sono responsabilità e accudimento. Quando mancano questi due principi, andiamo incontro ad un gesto di insensata crudeltà come quello dell’abbandono, che poi causa di conseguenza il randagismo.
Agire con responsabilità e garantire accudimento vuol dire prendersi cura di quello che è a tutti gli effetti un membro della famiglia, per tutta la sua vita e non un “oggetto” preso per capriccio, per gioco o per moda.
Accogliere un cane o un gatto significa crescere insieme, rispettare le sue esigenze etologiche creando un legame unico, tutelandolo tramite l’iscrizione in anagrafe con il microchip e salvaguardando la sua salute attraverso la sterilizzazione ed evitando inoltre le cucciolate che vanno a ledere sostanzialmente sulla possibilità di trovare una famiglia ai tanti cuccioli già nati, già abbandonati e reclusi nei canili.
In che modo intervenite su queste cause e quali sono le strategie più efficaci per affrontare il problema?
Da una parte, contrastiamo il fenomeno del randagismo attuando campagne di adozione per i cani reclusi nei canili. Dall’altra, promuoviamo campagne informative rivolte alla cittadinanza per sensibilizzare sul tema dell’identificazione e della sterilizzazione; collaboriamo con le istituzioni locali per garantire l’attuazione di politiche corrette sui territori a tutela della salute e dei diritti degli animali attraverso l’attuazione di regolamenti comunali e di giornate di microchippatura gratuita.
Inoltre, essendo convinti che le cucciolate casalinghe fuori controllo alimentino un circolo vizioso di abbandoni e di randagismo, abbiamo attivi dei progetti di prevenzione in Lazio e in Sicilia con campagne annuali di sterilizzazione gratuita per i randagi, o a contributo agevolato per i cani e gatti di casa.
Come funziona a livello pratico la vostra politica di adozione e quali passaggi prevede il percorso?
La nostra politica è permeata dalla convinzione che le adozioni non debbano essere spinte soltanto da un fattore emotivo e da un desiderio estemporaneo di aiutare l’animale in difficoltà, ma da una convinzione e consapevolezza che si sta accogliendo un essere senziente con le sue necessità e bisogni che entrerà a far parte a tutti gli effetti all’interno di un nucleo familiare. Ci adoperiamo pertanto per guidare, consigliare ed essere sempre di supporto per chi si rivolge a noi in questo percorso.
Conosciamo le famiglie attraverso un questionario ed un approfondimento sia telefonico sia di persona per accertarci che la decisione di adottare sia stata ben ponderata e valutata da tutto il nucleo familiare, fornendo tutte le informazioni in nostro possesso sull’animale scelto, sia dal punto di vista sanitario sia comportamentale affinché l’adozione sia un momento felice sia per le persone sia per il cane o il gatto abbandonato.
Qual è stato l’impatto della pandemia sul problema dell’abbandono e del randagismo? E come state vivendo i riverberi dell’attuale crisi economica e geopolitica?
Onestamente, e direi fortunatamente, dopo la pandemia non abbiamo riscontrato un cambio di idea da parte dei nostri adottanti, che si sono dimostrati tutti convinti della loro scelta e felici di avere un nuovo amico in famiglia. Abbiamo continuato ad assistere però ad un aumento degli animali accolti nei canili, e dunque abbandonati, e nell’ultimo anno anche, purtroppo, a una diminuzione delle richieste di adozione causata dalla crisi economica e dall’incertezza che gli eventi di quest’anno hanno portato in tutte le realtà.
Guardando al futuro, quali aspettative avete rispetto alla crescita della sensibilità verso i diritti di cani e gatti dal punto di vista istituzionale e della popolazione?
Ci aspettiamo, ma più che altro auspichiamo, una crescita della sensibilità da parte di tutti noi cittadini affinché vengano abbattuti luoghi comuni, dicerie e falsi miti che, anche se fatti in buona fede, ledono la dignità o peggio, la salute, dei nostri amici a quattro zampe, considerandoli come oggetti e non come soggetti.
Può dare qualche riferimento più preciso al riguardo?
Mi riferisco in particolar modo alla scelta di un cane o di un gatto per seguire la moda del momento, attraverso magari l’acquisto di animali frutto di maltrattamenti genetici, a chi trucca i propri animali con sostanze nocive solo per renderli “carini” e postarli sui social, chi pensa che la propria cagnolina debba per forza fare una cucciolata perché ha un “bisogno di maternità” (anche se è dimostrato scientificamente che questo bisogno si attivi solo dopo la gravidanza, non prima), e tante altre false convinzioni.
Mentre per quanto concerne il confronto con le istituzioni?
A livello istituzionale ci auguriamo che i nostri animali domestici, almeno, siano considerati a pieno dei soggetti di diritto e che per loro possano essere realizzati servizi essenziali che ora mancano, come ad esempio ospedali veterinari all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, cliniche per lo svezzamento dei cuccioli, corpi di polizia giudiziaria specializzati nel contrasto ai maltrattamenti e agli abusi e progetti nazionali per le sterilizzazioni gratuite.
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