La macchina della giustizia spesso arranca, procede a singhiozzi, si ingolfa, oberata com'è dai procedimenti pendenti che si accumulano per anni e anni. La macchina giudiziaria finisce così spesso nell'occhio del ciclone da parte dei media che mettono sotto la lente di ingrandimento tutte le sue disfunzioni. In effetti l'organizzazione della giustizia strutturalmente ha bisogno di tempo per definire il giudizio in qualsiasi tipo di contenzioso, perché l'individuazione dell'autore all'offesa del bene giuridico tutelato, richiede la ricerca di indizi che possano portare all'individuazione con ragionevole certezza dell'autore stesso della lesione del bene giuridico.

Anche nel caso di cronaca di cui ci accingiamo a raccontarvi, è passato un anno prima della definizione del giudizio, ma alla fine la giustizia ha fatto il suo corso. In esecuzione di una ordinanza cautelare emessa dal tribunale di Bari i carabinieri hanno posto agli arresti due 36enni e un 44enne. Dovranno rispondere dei reati di rapina aggravata in concorso, lesioni personali e sequestro di persona. In base a una prima ricostriuzione effettuata dai carabinieri, nel luglio scorso i tre malviventi architettarono e pianificarono nei minimi dettagli una rapina a danno di una famiglia di imprenditori nel quartere Libertà.

I rapinatori si sono fatti aprire dalla padrona di casa fingendosi carabinieri, una volta entrati hanno immobilizzato i due coniugi ed anche il fratello che per una sfortunata circostanza si trovava lì in quel momento. I malviventi hano preso quindi a picchiare selvaggiamente il marito della donna e il cognato per farsi consegnare tutti i preziosi e il denaro. A consegnare loro i 900 euro e un rolex in acciaio fu la moglie che ha solo potuto assistere impotente alla scena.

A dare una svolta alle indagini, oltre alle videocamere di sorveglianza presenti in zona, una impronta digitale appartenente ai rapinatori raccolta dagli specialisti della Sezione Investigazioni Scientifiche dei carabinieri, in un angolo del caminetto della casa. L'ideatore della rapina è agli arresti domiciliari mentre agli altri due il provvedimento è stato notificato nelle carceri di Pesaro e Foggia, in quanto già detenuti per reati analoghi.