Ottenere i tre punti per prenotare il volo verso il Brasile. C'è un ultimo ostacolo sulla strada dell'Italia: la Repubblica Ceca. Che, è bene sottolinearlo, non è più quella squadra che incantava quasi dieci anni fa. Quando in campo c'era ancora Pavel Nedved, Poborsky sprintava sulla fascia e Koller era un gigante capace di segnare e far segnare.

No, oggi la Repubblica Ceca è senz'altro una squadra più debole di allora, anche se ci sono ancora dei giocatori che possono fare la differenza, visto che hanno tanta qualità. In primis il portiere Cech, titolarissimo della nazionale e del Chelsea.

Un numero uno molto affidabile, su questo non ci piove. La difesa invece è tutt'altro che impermeabile, ma attenzione alle discese di Gebre Selassie.

Il punto di forza della Repubblica Ceca resta il faro del centrocampo Rosicky. Non è più giovanissimo, ormai ha 32 anni, ma in cabina di regia pochi hanno la sua visione e i suoi piedi buoni. Accanto a lui giocatori dinamici, più di rottura: sarà probabilmente ballottaggio tra il nuovo acquisto del Catania Plasil e Darida, un giocatore del quale si parla molto bene.

E in attacco? Detto che non ci sono più Koller e Baros, c'è comunque da tenere gli occhi bene aperti. Perché il centravanti ceco è Kozak, che la Lazio ha appena ceduto in Inghilterra all'Aston Villa. Il fisico non gli manca, il fiuto del gol nemmeno. La difesa azzurra è avvisata. Lo schieramento della Repubblica Ceca potrebbe vederlo come unico centravanti, supportato da tre trequartisti.