Chi scrive aveva già anticipato la concreta esistenza di questa possibilità, eppure in molti avevano preferitoleggere il risultato di quel controllo in un altro modo. Non tutti, forse,sapevano che la hCG, cui erarisultato positivo Francesco Acerbi, fosse anche un marker di malattia tumorale. Altri, invece, hanno voluto piuttostoconcentrarsi sulla spiegazione più attraente dal punto di vista mediatico. Perun motivo o per l’altro, in molti hanno sbagliato, ed oggi ciò è venuto allaluce.

Chi scrive purtroppo un pochino si aspettava la notizia chesi è sparsa oggi: Acerbi deve dinuovo lottare contro il tumore.

Ed ora, viene da chiedersi una cosa: non provaun po’ di vergogna chi ha associato il nome di questo ragazzo alla parola “doping”,o chi ha azzardato, senza prove e senza probabilmente nemmeno informarsi sucosa sia la hCG, un paragone con la storia di Armstrong, o chi ha sfornato titoli come “L’ombra del doping è tornatasulla Serie A” e simili?

Lo stesso Francesco Acerbi ha detto la sua sulla mancanza disensibilità – e, si potrebbe aggiungere, di professionalità e di consapevolezza– di chi ha dato questi giudizi senza fermarsi a pensare. Si è sentito, parolesue, “infamato”. Come dargli torto? Comesmentirlo, dopo che ha visto il suo nome accostato a una parola, doping, che suscita sentimenti didisapprovazione, indignazione, condanna, quando stava invece scoprendo di nonavere (ancora) vinto quella partita che non avrebbe mai pensato di giocare.

Eppure, oggi, dopo che tutta Italia ha scoperto il dramma che sta attraversando Francesco,non si sono viste scuse da parte di quei giornalisti che con titoli ad effetto (“Doping, farmaco non autorizzato: Acerbi del Sassuolo positivo” èuno per tutti) hanno messo Acerbi sotto una luce tanto cattiva quantoimmeritata. Nessuna marcia indietro, nessun meaculpa per la mancanza d’informazione che ha in questo caso contraddistintopersone che invece dovrebbero informare gli altri.

Per non dire di chi sapeva,ma ha parlato di tumore come nota a margine, perché senza la parola doping la notizia avrebbe avuto tutt’altrarisonanza.

Ovviamente a te, Francesco, va un grosso in boccaal lupo; coloro che ti hanno “infamato”, professionisti dell’informazione inteoria, hanno fatto una figura incommentabile. Non vediamo l’ora di rivederti sui campi di calcio, nonscoraggiarti: le vittorie in rimonta sono sempre le più belle.