È indubbiamente la Premier League il torneo più bello, incerto e combattuto di questa stagione che vede i conti fatti un po' ovunque, in Germania, Italia e Francia, e il solito duello in Spagna tra Barça e Real con l'Atletico in grado di fare da terzo incomodo. Ma da tempo si aspettava un torneo così incerto come quello che si sta vivendo in Inghilterra.

Proprio sul più bello, quando il Chelsea di Mourinho sembrava aver messo la freccia, ecco lo stop: i blues, che in settimana affronteranno il Galatasaray di Roberto Mancini in un ritorno di Champions League tutt'altro che scontato, vengono bloccati sul campo dell'Aston Villa e si ritrovano il fiato sul collo di ben tre squadre: il Liverpool, che ha una partita in meno e si è sbarazzato con un secco 3-0 esterno del sempre più inconsistente Manchester United; l'Arsenal, che grazie a un gol in avvio del rinato Rosicky ha superato nel più tradizionale dei derby di Londra il Tottenham e soprattutto il Manchester City che si sbarazza con un secco 0-2 esterno dell'Hull City e con addirittura tre gare da recuperare potrebbe portarsi al comando della classifica con tre punti di vantaggio proprio sul Chelsea.

Tutto incerto, tutto da giocare. In testa come in coda, dove se Fulham e Sunderland vanno a punti e con il Cardiff possono ancora rendere la vita molto difficile e incerta a Crystal Palace, WBA e Norwich e Swansea considerando che gli scontri diretti da qui alla fine del campionato non mancheranno di certo. Nel prossimo turno c'è immediatamente un Chelsea-Arsenal che merita la massima attenzione (anticipo alle 13.45 del sabato) mentre martedì e mercoledì arriveranno anche i primi recuperi con Gunners e Reds di nuovo in campo.

Mourinho, insomma, non può dormire sonni tranquilli: ammesso che prima lo fossero. A fine gara il tecnico portoghese era furioso per alcune decisioni del direttore di gara, che ha lasciato i Blues in nove per le espulsioni di Willian e Ramires, ma anche con i suoi giocatori rei di aver interpretato solo in parte le sue indicazioni e di essersi fatti beffare nel finale con un gol di Delph perdendo una partita che avrebbero potuto e dovuto vincere.

Meglio per il pubblico, sempre più entusiasta di assistere a un torneo che da anni non era così incerto e combattuto ad ampio raggio…