Gli inglesi, come si sa, sono capitati nel nostro girone eai prossimi campionati del mondo in Brasile avremo un brutto cliente con cuifare i conti, anche per le ragioni che diremo sotto. L’evento è molto sentito in Inghilterra,dove, in previsione di “epiche battaglie” (specialmente contro l’Italia), moltiosservatori, visto che ormai la World Cup è molto vicina, punterebbero aportare in Brasile “soltanto” giocatori di provata esperienza internazionale,evitando di ricorrere ai giovani, mentre Roy Hodgson tutto sommato sarebbe intenzionato a portarsi dietroanche giovani emergenti.

Tra i paladini della “deselection” dei giovani , spicca in modo particolare un personaggio dirilievo come Stuart Pearce (ex terzino sinistro della Nazionale inglese, e oggiallenatore del “Nottingham Forest” ), sul quale si è soffermato ieri(03/05/2014) il “Daily Mirror”.  Secondo il quotidiano, Pearce starebbe portando avanti una durabattaglia con la FA e con lo stesso RoyHodgson, sostenendo che, per una “crescita armoniosa” dei giovani calciatoriinglesi, sarebbe assolutamentenecessario tenerli lontani il più possibile dai “riflettori” della World Cup :“Stuart Pearce continua la sua battaglia con la FA e con l’allenatore dell'Inghilterra Roy Hodgsoncirca la crescita dei giovani calciatori, che dovrebbero formarsi e crescere ‘lontanodai riflettori’ della Coppa del Mondo”.

In questo senso, Pearce ha sostenuto con fermezza che LukeShaw, considerato il sostituto naturaledi Ashley Cole, “ non dovrebbe essere selezionato per la fase finale in Brasilee che sarebbe meglio giocasse in un torneo Under-20, previsto a Tolone entro lafine mese”. Pearce ha aggiunto che, perun giovane calciatore, è “avvilente” essere chiamato in Nazionale e poilasciato in panchina per tutto iltorneo, e che “i giovani hanno bisogno di avere alle spalle una solidapreparazione prima di essere inseriti in Nazionale”.

Una cosa è certa: “storicamente”, l’Inghilterra non ha maisnobbato il ricorso ai giovani in Nazionale, anche e soprattutto perché ilgioco inglese, così come è tradizionalmente inteso, implica un fortissimo dispendio di energie.Se però in Inghilterra si sta innescando una dura polemica a favore dei“veterani” contro l’inserimento dei giovani è perché gli Inglesi sanno che conl’Italia avranno una brutta gatta da pelare, e che avranno essenzialmentebisogno di giocatori di larga esperienza internazionale per sperare di superareil confronto.

Ciò che sta succedendo in Inghilterra dovrebbe darci dapensare.

Tutti sappiamo che gli Inglesi attuano un gioco molto duro eaggressivo, per cui anche la nostra Nazionale avrà essenzialmente bisogno digiocatori esperti e con i nervi molto saldi, soprattutto perché avremo a chefare anche con l’Uruguay, e tutti sanno che i giocatori sudamericani sonoabilissimi nel far perdere le staffe ai loro avversari, coinvolgendoli in“sceneggiate” che alla fine fanno solo perdere la concentrazione. Prandelli èuomo navigato e conosce molto bene le difficoltà cui andremo incontronell’imminente World Cup in Brasile, che non saranno legate soltanto al clima eall’ambiente, e il cui superamento sarà dato in modo determinante dalla sceltala più oculata possibile dei giocatori da far scendere in campo.

Se gli Inglesipuntano sull’ “esperienza”, forse non hanno tutti i torti, e credo che anchenoi dovremmo prendere le nostre contromisure. “Make the wrong choice” [fare lascelta sbagliata] con gli Inglesi potrebbe costarci molto caro. Noi nonsappiamo i reali orientamenti di Prandelli, ma, se le sue scelte dovesserocadere essenzialmente sui “veterani”, non sapremmo proprio come dargli torto.