Il tormentone sportivo che danza nei salotti del calcio italiano dall'inizio dell'estate è sicuramente la frattura del rapporto tra Antonio Conte e la dirigenza della Juventus. Di probabile divorzio si era parlato già alla fine del campionato, ma poi tutto sembrava svanito e chiarito tra il tecnico salentino ed i vertici bianconeri. Poi improvvisamente un fulmine a ciel sereno ha spaccato di netto un rapporto che sembrava ormai saldo e duraturo. Cosa ha provocato questa improvvisa e nonché inaspettata separazione (consensuale)? Quali sono i motivi che hanno portato l'allenatore ad abbandonare il timone della nave bianconera?

Qual è la verità?

Inizialmente le motivazioni erano state attribuite a stress, il mancato acquisto di Cuadrado ed anche alla paura che il gruppo fosse ormai saturo di motivazioni agonistiche a causa delle eccessive vittorie dell'ultimo triennio. Nulla di tutto questo, Antonio Conte voleva una squadra altamente competitiva in Europa per tentare di arrivare alla finale della Champions League e fare in modo di vincerla. Per fare questo aveva bisogno di uomini che potessero fare la differenza in campo internazionale. Il desiderio del tecnico leccese infatti era quello di mettersi sulla stessa linea dei club più blasonati come Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Chelsea, PSG e potersi giocare fino all'ultima partita la possibilità di conquistare il trofeo più importante d'Europa.

Una delle richieste principali che Conte aveva fatto alla dirigenza juventina, era l'acquisto del forte giocatore argentino Iturbe, finito alla Roma sei giorni dopo l'abbandono di Conte. Una casualità? Sembrerebbe proprio di no. Certo è che il tecnico aveva consegnato le sue richieste al presidente Agnelli e oltre al laterale offensivo argentino c'era anche il nome del 26enne colombiano Cuadrado venuto alla ribalta della serie A italiana, proprio nelle fila del Lecce, la squadra dove Conte è nato e cresciuto calcisticamente.

Insomma i motivi principali dell'addio alla panchina juventina sono legati alla campagna acquisti, per rafforzare una squadra che secondo il mister non era propriamente competitiva per la nuova edizione della Champions League. Adesso la voce insistente, porta Antonio Conte ad essere il candidato numero uno che siederà sulla panchina della Nazionale Italiana per vestire l'incarico di nuovo CT, successore del dimissionario Cesare Prandelli dopo la recente disavventura ai recenti mondiali di calcio in Brasile. Il tempo chiarirà molti lati oscuri della vicenda e il tecnico salentino avrà sicuramente modo di aggiungere nuovi traguardi nella sua già ricca bacheca sportiva.