L'eroe che non ti aspetti: in una semifinale che si preannunciava calda e rovente pronta ad essere risolta dalle magie di Messi, Higuain, Lavezzi da una parte, Robben, Van Persie e Snejder dall'altra, il vero protagonista ha un nome e cognome, Sergio Romero. Il portiere, scartato dalla Samp e messo in disparte dal Monaco, dopo ben 120 minuti di noia e delusioni fa la differenza tra i 22 in campo ed è eroico ai calci di rigori portando Messi e compagni a giocarsi la finalissima. La pulce a dir la verità, come accennato sopra, delude parecchio: mai uno strappo dei suoi, mai un'invenzione che possa cambiare la partita.
Partita senza lampi di genio ma se l'Argentina è arrivata fin qui molto deve all'estro del suo 10 che è arrivato così a 90 minuti dal sogno.
Sarà durissima, la Germania è squadra forte e organizzata e quella del Mineirazo sembra impossibile da affrontare se si paragonano le due semifinali, ma chissà il calcio è strano; ci vorrà ben altra Argentina, quella di ieri è stata troppo brutta per essere vera, imbrigliata tatticamente dal maestro Van Gaal che però stavolta non ha avuto fortuna, a conferma del fatto che i suoi big (Robben in primis, che aveva fatto un super mondiale) steccano le partite che contano. Gli Oranje si dovranno accontentare della finalina con il Brasile per sancire quale sia la terza squadra del mondo, ma uscire ai rigori di una semifinale fa male, malissimo.
Di morale completamente opposto l'albiceste che arriva in finale imbattuta, consapevole di non essere stata brillantissima, certo, ma tremendamente cinica e opportunista. Ci vorrà il miglior Messi, ma la pulce è ad un passo dal mito e difficilmente avrà un'altra occasione e sicuramente darà l'anima per prendersi l'ultimo trofeo che gli manca.
Appuntamento al 13 luglio, Germania e Argentina si contenderanno la partita della vita...due scuole di calcio diverse, il calcio pragmatico e organizzato tedesco (scuola europea) contro la tecnica e la fantasia degli argentini (tipica dei sudamericani).