Ci sono giocatori che restano nel cuore di un tifoso per tutta la vita, anche quando passano tanti anni e anche quando, magari, con la maglia della propria beneamata hanno vinto poco o nulla. Semplicemente perché magari erano simpatici, o veri e propri personaggi, o perché sul campo davano sangue e lacrime. I tifosi interisti dai trent'anni in su, non hanno sicuramente dimenticato due calciatori: Andreas Brehme e Ivan Zamorano. Così diversi tra loro per ruolo e periodo nel quale hanno indossato la maglia dell'Inter (il primo terzino sinistro tedesco, nelle file dei nerazzurri negli anni '80-inizio '90, il secondo attaccante cileno nella seconda metà anni '90), ma oggi accomunati da uno stesso destino: sono sommersi di debiti.

Partiamo da Brehme, ultimo grande terzino sinistro che ha militato nell'Inter (ci poteva essere Roberto Carlos, ma Hodson se ne liberò presto col pretesto che "non sapeva difendere"), ma è stato anche un pilastro della Nazionale tedesca vincitrice del Mondiale Italia '90. Sommerso dai debiti, che ammontano circa a 250mila euro, sta cercando aiuto anche attraverso le sue conoscenze nel mondo del calcio per evitare di perdere la casa (su cui grava un'ipoteca).

Un un'ulteriore appello è stato fatto da un altro grande campione tedesco, Beckenbauer. Mentre Olivier Straube, vecchio compagno di squadra di Brehme, gli ha fatto una proposta lavorativa non proprio all'altezza della sua fama: "Siamo disposti ad assumere Andreas nella nostra impresa di pulizia di bagni e sanitari - ha detto - "si renderà conto di cosa significhi il vero lavoro e la vera vita.

Gli servirà per migliorare la sua immagine. Questo per me è aiutarlo". Quasi come fossero servizi sociali per redimersi. E veniamo all'altro giocatore interista, Ivan Zamorano, chiamato affettuosamente "Bam Bam", che ha militato come detto nell'Inter nella seconda metà degli anni '90, vincendo una Coppa Uefa nel 1998 battendo in finale un'altra squadra italiana: la Lazio.

In quel periodo all'Inter c'erano anche Djorkaeff, Baggio e Ronaldo. Lo si ricorda soprattutto per i suoi colpi di tacco ma anche per i colpi di testa, sua vera specialità. Ma anche per quell'1+8 sulla maglia l'anno in cui dovette cedere la sua amata 9 al fenomeno brasiliano. Oggi però rischia la banca rotta, causa la mala gestione di alcune sue società, per un debito che ammonta a circa tre milioni di euro.

Nel commentare la sua situazione, ha ricordato proprio la cessione del 9: «È un momento difficile, ma mi rialzerò. Mi è già successo in passato: quando abbandonai il Colo Colo o quando lasciai la 9 all'Inter». A uno così non lo si può che ricordare con affetto, e augurargli di riprendersi presto.