Quella fra Serbia e Albania è una sfida infinita a tutto campo che dura da tantissimi anni e quindi non ci si deve stupire granché se durante Serbia-Albania le cose sono sfociate nel caos. Tutto è incominciato quando i tifosi serbi hanno fischiato l'inno albanese e 40 minuti dopo sul cielo di Belgrado sfilava un drone (che dio solo sa chi lo guidava) con una bandiera raffigurante la Grande Albania su uno sfondo rosso e la famosa aquila a due teste albanese, e con sotto la scritta "autochthonous": in pratica si inneggiava all'indipendenza del Kosovo.

Il susseguirsi degli eventi

E' stato tutto un susseguirsi degli eventi incominciati quando il calciatore serbo Mitrovic ha strappato il vessillo dal drone con forza e il calciatore albanese Bekim Balaj si è avvicinato solo per riprendersi la bandiera. Dopodiché tutti i calciatori e i tifosi serbi si sono avventati addosso a tutta la nazionale di calcio albanese. L'arbitro ha dovuto interrompere la partita e, dopo aver provato a convincere i giocatori a rientrare in campo, ha dovuto gettare la spugna e sospendere il tutto. E così la partita si è conclusa con una enorme rissa sia in campo che sugli spalti dove sono volati oggetti vari. Lorik Cana, capitano della nazionale albanese nonché giocatore della Lazio, ha rilasciato una dichiarazione alquanto shockante dove afferma che sono stati aggrediti non solo dai tifosi avversari ma addirittura dalla sicurezza il cui compito era quello di proteggerli. Questo evento surreale ha costretto giocatori e giornalisti a rintanarsi nei rispettivi spogliatoi mentre in Kosovo e in Albania durante la notte si sfilava sparando petardi e sventolando la bandiera albanese. Ora nell'aria volteggia un grandissimo interrogativo: come andrà a finire tutto ciò?

Serbia-Albania, il motivo della rivalità

Ma prima di puntare il dito e decidere di schierarsi con una delle due nazioni vediamo brevemente il motivo della rivalità fra queste due etnie completamente diverse. Il motivo è chiaramente il Kosovo, una piccola nazione posta sotto amministrazione dell'ONU per la quale la Serbia non vuole assolutamente riconoscere l'indipendenza autoproclamata nel 2008 neanche dopo anni e anni di lotta. Ora la Uefa ha aperto un provvedimento disciplinare anche se si poteva benissimo evitare un tale episodio perché si sa che fra le due nazioni non scorre buon sangue soprattutto dopo l'episodio di Italia-Serbia del lontano 2010 quando l'ultas serbo Ivan Bogdanov fece interrompere la partita e bruciò la bandiera albanese. Nel frattempo segnatevi questa data (ammesso che si giocherà): 8 ottobre 2015, quando ci sarà la gara di ritorno perché una cosa è certa: l'Albania non perdona.