Il 14 maggio 2000 è una data che la maggior parte dei tifosi juventini ricorderà sempre con grande amarezza. Infatti in quel giorno andò in scena la famosa partita tra Perugia e Juventus che fece perdere lo scudetto ai bianconeri, consegnandolo così alla Lazio di Eriksson e Nedved.
Era l'ultima giornata del campionato 1999-2000 e la Juve si trovava davanti alla Lazio in classifica. I biancocelesti affrontarono in casa la Reggina con cui vinsero con il punteggio di 3-0. I bianconeri, invece, ebbero molte difficoltà sul campo del Perugia soprattutto a causa del temporale che si abbatté sul capoluogo umbro.
In quell'occasione, l'arbitro Collina decise di sospendere momentaneamente la partita vista l'impraticabilità del terreno.
Nonostante ci fossero tutti gli estremi per il rinvio della partita, lo stesso arbitro toscano decise di far riprendere il match e accadde l'immaginabile: il Perugia passò in vantaggio e si aggiudicò la vittoria finale che fece perdere lo scudetto agli uomini di Ancelotti. L'autore di quel gol fu Alessandro Calori, ex difensore e attualmente allenatore di calcio. Tra le sue imprese come tecnico c'è sicuramente la storica promozione in Serie B con il modesto Portogruaro, ma è il gol contro i bianconeri l'impresa che lo ha reso celebre agli appassionati del pallone.
A distanza di 14 anni da quel famoso colpo di testa, Alessandro Calori ha ricevuto il premio Lazialità 2014 malgrado non abbia mai vestito la maglia dei biancocelesti.
Tuttavia quel gol lo ha reso un beniamino della tifoseria laziale e così, in occasione della premiazione, l'ex difensore ha ricordato quella famosa partita e ha anche svelato un retroscena molto interessante.
"Il ricordo di quel gol è ancora vivo. Era il 14 maggio e giocavamo in casa contro la Juve. Segnai quel gol sugli sviluppi di un calcio d'angolo e quella rete fu decisiva perché fece vincere lo scudetto alla Lazio.
Stimoli prima della partita? In realtà sì. Prima di giocare, il presidente Gaucci ci minacciò perché odiava la Juve. Ci disse che se avessimo perso, ci avrebbe mandato un mese in ritiro. Considerando che era l'ultima giornata di campionato, questo avrebbe significato perdere un mese di vacanze estive e nessuno di noi aveva intenzione di passarlo in ritiro."