Finisce pari allo Juventus Stadium il 224esimo derby d'Italia tra Juve e Inter al termine di un match dai due volti: risultato che fa felice soltanto la Roma ora a una lunghezza di distanza dai bianconeri a pochi giorni da un turno di campionato da brivido per le due contendenti allo scudetto con i capitolini attesi dal derby e i bianconeri che dovranno andare invece a Napoli. Gli uomini di Mancini, al terzo risultato utile consecutivo, ottengono un punto che incide poco a livello di classifica (la Champions dista ora otto punti) ma che, per il modo in cui é stato ottenuto, può rappresentare un nuovo inizio in questo campionato sinora indecifrabile per i colori nerazzurri.
La squadra di Allegri domina un tempo, poi forse si accontenta troppo presto e finisce per disunirsi rischiando di subire la beffa nel finale: le scorie della Supercoppa Italiana persa a Doha evidentemente non sono state assorbite del tutto; non vincere partite simili a un certo punto amministrate agevolmente rappresenta un delitto nel calcio moderno (e dopo il Napoli, questa pare un'altra occasione sprecata). Bianconeri che si schierano col consueto albero di Natale con Vidal trequartista dietro Tevez e Llorente, nerazzurri che devono rinunciare a Palacio (infortunato) e si affidano all'estro di Hernanes e Kovacic a supporto di Icardi. Partenza shock per gli ospiti: già dopo una lancetta d'orologio Llorente da solo in area ha una palla utile che calcia sul fondo; passano 5' e Vidal, dopo essersi liberato di Medel in area di rigore, mette palla dal fondo per l'accorrente Tevez che a porta vuota insacca.
Padroni di casa in assoluto controllo del match e prima dell'intervallo sfiorano altre due volte il raddoppio che avrebbe probabilmente ucciso la gara: Vidal dalla distanza costringe Handanovic alla deviazione in angolo; il portiere sloveno si deve poi superare su Pogba che si libera di Ranocchia e Juan Jesus mettendoci il piede sul piattone del francese solo davanti alla porta.
E l'Inter? Gioco zero, tiri men che meno. Ma comunque ancora in partita, e questo a volte significa qualcosa. Succede che nella ripresa Mancini butta dentro Podolski per Kuzmanovic e passa al 4-2-3-1 con il tedesco che si sistema sulla fascia sinistra e la partita cambia: Guarin azzecca la prima cosa giusta della sua partita lanciando Icardi in profondità e mettendo l'italo- argentino in condizione di battere a rete davanti a Buffon (con Chiellini che lascia colpevolmente in gioco il numero 9 nerazzurro).
Per Maurito é il quinto gol alla Juve in quattro partite: quando si dice il destino...
Pirlo su punizione costringe di nuovo Handanovic a un super intervento, ma da lì in poi l'Inter cresce mentre la Juve accusa il colpo e sente la stanchezza: Podolski serve una palla d'oro a Icardi che davanti alla porta stavolta spedisce fuori, quindi é Buffon che deve salvare su un siluro all'incrocio dello stesso attaccante. Mancini ci crede e butta nella mischia anche Osvaldo passando alle due punte: un litigio in campo tra Icardi che spreca un ottimo contropiede e Osvaldo che rimprovera il compagno per non avergli passato la palla, posizionato in maniera più favorevole, fa da preludio all'espulsione (giusta) di Kovacic che entra durissimo su Lichsteiner.
Inter che si copre con M'Vila che rileva Icardi mentre Allegri aveva già messo Pereyra e Morata per Vidal e Llorente: l'ultima palla utile ce l'ha la Juve con una mischia in area risolta da Handanovic che impedisce ad uno spiovente pericoloso di varcare la linea. Pari e patta, dunque. Prossimo match dei nerazzurri l'anticipo domenicale all'ora di pranzo contro il Genoa, per confermare i progressi visti ieri sera; i bianconeri si giocheranno invece in serata buona parte del titolo d'inverno a Napoli, trasferta storicamente calda, nella rivincita della Supercoppa...