Era il 18/07/2014. La Juventus aveva appena presentato ai tifosi un giovane attaccante spagnolo descrivendolo come giocatore completo e letale. La risposta di 'Mundo Deportivo' a quella presentazione fece ridere tutta la Spagna e mezza Italia, per la precisione i tifosi non juventini. 'La Juve presenta Morata come se fosse Van Basten' scrisse il quotidiano sportivo catalano. Forse dimenticandosi che Van Basten era un nome che un tempo non diceva nulla. Proprio come Morata fino all'anno scorso. Siamo certi che adesso, oltre a Van Basten, ci sarà un altro nome che ricorderanno a lungo.

Lo ricorderanno come lo 'scarto' che ha fatto del Real Madrid 2014/2015 uno scarto della competizione più importante a livello europeo.

Dai sorrisi alla delusione

Il giorno dei sorteggi delle semifinali, vedendo l'accoppiamento con la Juventus, un sorriso tagliò il volto di dirigenti, calciatori e tifosi madrileni. Quel sorriso è rimasto l'ultimo fatto nell'edizione 2014/2015 della Champions League. Perché è bastato incrociare la Juventus e il suo 'non Van Basten' per vedersi eliminati proprio grazie ai goal di Morata.

Quella clausola di esclusione

C'è da ricordare, comunque, che quando la Juventus trovò l'accordo con il Real Madrid per l'acquisto di Morata, oltre alla ben nota clausola di 'recompra' il club spagnolo tentò di far apporre un'ulteriore clausola che avrebbe impedito a Morata di giocare contro la sua ex squadra in caso di incrocio nelle competizioni europee.

Una clausola che sarebbe comunque stata inutile perché illecita, ma che la dirigenza juventina rifiutò categoricamente. Se davvero Morata non era Van Basten, ovvero uno capace di decidere da solo le partite, per quale motivo avrebbero voluto escluderlo in uno scontro diretto?

Il motivo è, oggi, sotto gli occhi di tutti: Morata non ha fatto due grandi partite contro il Real, ma ha fatto due goal sui tre realizzati dalla Juventus.

E sul terzo ci ha messo lo zampino con un assist per Tevez nell'azione che ha originato il contropiede da cui è scaturito il rigore del 2-1 a Torino. Insomma, non è Van Basten ma ha sbattuto fuori il Real Madrid dalla Champions. E lui è uscito tra i fischi del suo ex pubblico, fischi impietosi per uno che potrebbe tornare presto a vestire la 'camiseta blanca'.

Una contro ovazione che potrebbe convincere il gioiellino della Juventus a restare a Torino.

Non solo Morata

Sia chiaro: non è solo Morata l'artefice di questo successo. Un po' tutta la squadra, da Pogba a Bonucci, da Sturaro a Padoin, Tevez, Vidal, Marchisio, Pirlo e chiunque abbia giocato, ha dato vita a due prestazioni non esaltanti dal punto di vista estetico ma di una concretezza indispensabile in campo internazionale. E soprattutto Massimiliano Allegri, l'uomo a cui hanno dato 10 euro per andare a mangiare in un ristorante da 100 euro. Adesso si sono seduti al tavolo d'onore, pronti per l'ultima portata, di fronte a un dolce di non facile digestione: la crema catalana. Dopo quella resterà solo il brindisi finale.

La coppa non è vinta, di certo non sarà facile vincerla e a vedere il Barcellona che ha prima demolito e poi giocato come il gatto con il topo con il Bayern, sembra più un sogno che una speranza. Ma sperare è sempre lecito. Come ogni tifoso juventino sa, si lotta, fino alla fine.