Non si ferma la valanga che ha colpito l'organizzazione mondiale del calcio, l'addio improvviso di Sepp Blatter non ha fatto altro che amplificare il terremoto nel mondo del pallone. Nel frattempo, Warner, numero due della FIFA per parecchi anni al fianco di Blatter, ha affermato che non si fermerà e svelerà altri nuovi e scottanti dettagli delle poco legali procedure di assegnazione dei mondiali, in particolare sono in dubbio quelli di Francia '98 e Sudafrica 2010. Tuttavia, sono ancora tanti gli scenari possibili, visto che continuano le indagini delle autorità USA per le modalità con cui Russia e Qatar hanno ottenuto l'organizzazione dei prossimi mondiali.
Meno calcio più politica
L'inchiesta che è stata avviata, sin da subito, non è mai stata solo una questione prettamente circoscritta al mondo del calcio, ma è diventata il terreno di scontro per contrapposizioni politiche a livello internazionale, in primis tra Russia e USA. Proprio la Russia, all'indomani dello scoppio dello scandalo, attraverso le parole di Putin aveva difeso Blatter ed attaccato gli USA per la poco chiara legittimità ad agire nei confronti di una organizzazione internazionale e di cittadini non statunitensi. Ad ogni modo, dopo le dimissioni di Blatter, la Russia resta meno protetta mentre l'inchiesta prosegue. Inoltre, l'impatto delle indagini è stato tale che la stessa Angela Merkel è intervenuta augurandosi un nuovo corso per il calcio.
Le prospettive future
Sebbene sia difficile per la FIFA guardare con ottimismo al prossimo futuro ed alla possibilità di ritrovare la credibilità ormai compromessa, iniziano a circolare i possibili sostituti del presidente uscente. Tra i più gettonati resta sicuramente Michel Platini, che ha accolto con positività la decisione di Blatter, parlando di scelta "coraggiosa". Ma tra gli altri ci sono anche l'ex Inter Figo e l'ex asso della seleçao Zico.
Chiunque sarà il futuro presidente FIFA, il compito più importante sarà innanzitutto fare chiarezza sulle responsabilità circa la gestione degli affari dell'organizzazione e ricostruire un calcio in cui gli sponsor, il denaro, gli interessi politici vengano messi da parte in favore dello spettacolo dello sport più amato e seguito al mondo, che oggi rimpiange il calcio di una volta, fatto dai campioni e non dalle bustarelle. Più volte nella storia del pallone, calcio e politica si sono intrecciati, non fosse altro che si tratta di una delle più grandi manifestazioni sportive e sociali. Basti ricordare i mondiali nel Brasile di G. Vargas, nell'Argentina delle forze armate guidate dal generale Videla, i mondiali italiani all'epoca di Mussolini. Ma si trattava pur sempre di eventi contingenti, condizionati dalle forze di determinati periodi storici, mentre oggi il calcio assomiglia sempre più a strumento infido, oblio dei più loschi interessi, contaminato dalle logiche del guadagno e del mercato.