Massimo Ferrero ci aveva visto giusto: aveva pronosticato un 4-0. Peccato però che il risultato si sia materializzato contro la sua Sampdoria, incredibilmente travolta dai serbi del Vojvodina nell'andata del terzo turno preliminare di Europa League. Un risultato che rende il match di ritorno, in programma a Novi Sad giovedì prossimo, poco più di una formalità.

Vade retro, Walter

A causa dei lavori di ristrutturazione del Ferraris si gioca sul neutro dell'Olimpico di Torino. Già dalle prime battute si capisce che aria tira: alla prima azione, dopo 4 minuti, Ivanic triangola indisturbato con un compagno in area blucerchiata e trafigge Viviano in diagonale.

La squadra di Zenga è incapace di qualsiasi reazione, sia tecnica che mentale, ed i serbi vanno più volte vicini al raddoppio, colpendo anche una traversa. La superiorità degli uomini in maglia biancorossa in ogni zona del campo è imbarazzante. Ad inizio ripresa ci si attenderebbe almeno di vedere l'orgoglio doriano: tutto il contrario. In apertura è il Vojvodina a colpire in contropiede: Ozegovic fa secco Palombo in velocità e scarica un sinistro che Viviano può solo respingere, sul pallone si avventa Stanisavljevic che non ha problemi ad insaccare. A questo punto i serbi capiscono che possono infierire e non si lasciano sfuggire l'occasione: Ozegovic firma una doppietta (58' e 91') per lo 0-4 finale.

A fine partita si assiste anche alla teatrale e patetica richiesta di perdono da parte di Zenga e dei giocatori sotto la curva doriana: per tutta risposta vengono sommersi di insulti ed invitati ad andarsene.

Ferrero: clown per finta, incompetente per davvero

Per un calcio italiano che sta cercando faticosamente di ritrovare un minimo di credibilità internazionale, quella di ieri sera è una caduta rovinosa e frustrante.

La proverbiale spavalderia dell'esuberante Presidente doriano, al fischio finale si è trasformata in un'espressione attonita: evidentemente Ferrero si è reso conto di non essere al cinema ma nella vita reale, e soprattutto che la sua stravaganza mal si abbina con la costruzione di una squadra di calcio che abbia obiettivi importanti.

Si, perchè quei giocatori che lui ha invitato dopo la partita a "cessare di masturbarsi", per così dire, li ha scelti lui. Ma, ne siamo certi, anche lui come il 90% dei suoi colleghi non saprà far di meglio che cambiare uno o più allenatori, per mascherare i propri errori e scaricarli su altri. A volte le lezioni servono: la speranza, per lui e per il calcio italiano, è di tornare a farsi valere sul campo, e non nelle riviste di gossip o nei talk-show.