E pensare che arrivò all'Inter per caso, nel 1995, assieme all'attaccante Rambert. In punta di piedi. Com'è del resto il suo stile. Poi però si impose per la sua esplosività agonistica, diventando sempre più un punto fermo della squadra, fino al ruolo di capitano. Ben 615 presenze le sue, con dodici gol realizzati. Pochi, centellinati, ma importanti. Su tutti, il gol nella finale di Coppa Uefa tutta italiana contro la Lazio, del 1998, vinta dai nerazzurri per 3 a 0. Parliamo ovviamente di Javier Zanetti, oggi Vicepresidente della società. Quattordici anni fa ha fondato la Fondazione Pupi (dal soprannome che lo accompagna da sempre), un progetto per aiutare i bambini in difficoltà e ieri ha festeggiato il quattordicesimo anno di vita.
A margine della festa, non sono mancati commenti sull'ottimo inizio campionato dei nerazzurri, ma anche un parere sull'addio di Fassone e su Balotelli.
Sul momento dell'Inter
Zanetti afferma che l'Inter può tornare protagonista e ambire a un posto in Champions. Poi se arriva altro, meglio ancora. E' consapevole di dover tenere i piedi per terra giacché è ancora lunga. Considera l'Inter una squadra solida, il che è fondamentale, soprattutto quando arriveranno gli inevitabili momenti difficili.
Su Mario Balotelli e Marco Fassone
Stuzzicato su Mario Balotelli e sul suo ritorno al Milan, afferma che l'Inter sta bene così e non l'avrebbe preso. Quanto all'addio di Marco Fassone, che ha sorpreso un po’ tutti, afferma che ciò rientra tra i tanti cambiamenti che ci sono stati e che stanno puntando su uomini che vogliono il bene dell'Inter.
Ha fatto un ottimo lavoro ma bisogna guardare avanti. Un 'detto non detto' che fa riflettere, su un dirigente mai amato dalla tifoseria nerazzurra per il suo passato alla Juventus (in rete fu diffusa una maglia sfottò contro l'Inter), ma anche per il caso Guarin a un passo dalla Juve (si ricorderà l'insurrezione popolare dei tifosi). Inoltre, rumors lo vedrebbero in conflitto con il nuovo amministratore delegato Michael Bolingbroke.