La Nazionale italiana parteciperà a Euro 2016. Non certo senza qualche fatica, ma quella ormai va messa sempre in conto, dato che anche le squadre emergenti sono diventate pericolose e a parte qualche rara eccezione, non esistono più squadre 'cuscinetto'. La qualificazione è arrivata anche con una giornata di anticipo, grazie al 3 a 1 rifilato sabato pomeriggio all'Azerbaijan, grazie alle reti di El Shaarawy, Eder e Darmian. Il CT Antonio Conte è soddisfatto, inevitabilmente. Ma il suo rapporto con la Nazionale non è mai decollato. Si aspettava più collaborazione da parte dei club.

Anzi, potrebbe decidere di lasciare la prestigiosa panchina già il prossimo aprile, prima dell'inizio degli europei. Vediamo perché.

L'aspetto economico

Tavecchio ha proposto a Conte un contratto inedito per un Ct della Nazionale: pagarlo quanto gli avrebbero dato altri club di primo piano. Ricevendo non poche critiche. Così, il bell'Antonio prende oltre quattro milioni netti di euro all'anno, suddivisi tra Figc (come faceva in passato con Prandelli), e lo sponsor tecnico Puma. Poi ci sarà un bonus di due milioni per la qualificazione raggiunta. Inoltre, i suoi diritti di immagine sono passatialla Figc, che può utilizzarli per quattro “main sponsor”. Eppure, per ora l'ex allenatore della Juventus è stato sponsor solo della Puma, mentre altri due marchi previsti dal contratto, Fiat e Tim, non hanno ancora utilizzato la sua immagine.

A fine anno poi dovrebbe arrivare un altro importante sponsor per la Figc: si pensa tra gli altri, a Eni, già legata alla Lega Dilettanti quando c'era Tavecchio. Ma bisogna capire se anche in questo caso Conte non sarà 'sfruttato'. Probabilmente ad incidere sono gli ascolti tv, non entusiasmanti e si spera che l'arrivo della fase finale degli europei li facciano salire.

Insomma, pare che Conte non attiri troppo gli sponsor.

La scarsa collaborazione dei grandi club

La seconda questione è squisitamente tecnica. Conte sperava in una maggiore collaborazione dei gradi club. I quali, come noto, ormai da anni, soprattutto con l'arrivo di calendari più fitti di impegni, vedono le nazionali quasi come nemiche.

D'altronde lo stesso Conte quando era alla Juve non era certo “collaborativo” con Prandelli. In questo anno ci sono stati problemi di stages, ripicche, polemiche con la Lega maggiore. Problemi che torneranno anche per i Mondiali di Russia previsti tra meno di tre anni. Inoltre, Conte ama stare sul campo costantemente, in modo quotidiano. E pare già che si stia guardando intorno. Del resto, ci sono grandi club italiani e non che lo prenderebbero. Compresa quella Juve, con la quale si è lasciato male. Ma nel calcio la memoria è corta. Soprattutto quando si è vinto tanto. E si sa, aprile per la scelta dell'allenatore è un mese cruciale. Infine, c'è la non trascurabile questione del processo a Cremona per frode sportiva.

Così Conte potrebbe annunciare a Tavecchio il suo addio in quel mese per accasarsi altrove, dopo aver ovviamente fatto gli Europei. La Figc tenterà di trattenerlo fino al mondiale russo, ma dovrà inevitabilmente cominciare a guardarsi anche intorno. Valide alternative in fondo non mancano: Ancelotti, Spalletti, Montella.