È morto stamattina, presso gli Spedali Civili di Brescia, Gino Corioni, figura storica del club lombardo, di cui fu presidente dal 1992 al 2014, mantenendo la proprietà del club fino al febbraio del 2015. Ventidue anni alla guida di una provinciale, si sa, sono caratterizzati da un’altalenante sequenza di gioie e dolori, di promozioni esaltanti e retrocessioni struggenti, con una squadra spesso da ricostruire e l’entusiasmo da ritrovare. Il Brescia di Gino Corioni non ha fatto eccezioni: ha lottato in Serie A e bevuto l’amaro calice della retrocessione, ha portato a casa una Coppa anglo-italiana e sfiorato una storica qualificazione in Coppa Uefa, ritrovandosi più volte a dover navigare nei burrascosi mari della Serie B.Ma, nel bene e nel male, il popolo bresciano poteva contare su quella “malattia” della quale il loro presidente era portatore sano: la fantasia.

La fantasia di Gino Corioni: 22 anni da "numero dieci"

Che qualcosa stesse per cambiare, nel capoluogo lombardo, se ne accorserogiàal primo anno, quando Corioni decise di regalare al neopromosso Brescia Gheorghe Hagi, il "Maradona dei Carpazi", nonché uno dei protagonisti dei Mondiali italiani del 1990, prelevandolodirettamente dal Real Madrid. Fu solo l’antipasto di una sorta di “mecenatismo” che trovò la sua massima espressione nei primi anni del 2000, quando con Carlo Mazzone in panchina, Brescia poté godere delle magie regalate da "un certo"Roberto Baggio, i cui assoli venivano accompagnati da un’orchestra d’eccezione composta da Andrea Pirloe Josep Guardiola.

Campioni che avevano vinto tutto o che lo avrebbero fatto di lì a breve, e che portarono il Brescia a sognare alle porte dell'Europa, svegliato proprio sul più bello dal Paris Saint-Germain di Okocha e Anelka.

Una storia non sempre rose e fiori, arricchita anche da alcuni sporadici attriti con la tifoseria. Perché è così che vanno le cose quando ci si vuole veramente bene, quando c’è di mezzo un amore comune, quando una società sportiva è come una famiglia.Da accudire con cura, senza mai rinunciare alla fantasia.