I rinnovifino al 2018 di Buffon e Barzagli, perni della difesa dell’ultimo quinquennio di vittorie bianconere, sono oramai cosa fatta. Le ultime stagioni sono state esaltanti ma l’abitudine dei tifosi bianconeri a vincere in Italia e precedentemente il periodo buio di "Calciopoli" con la discesa e la risalita dagli inferi della serie B, hanno fatto dimenticare quanti giocatori, e di quale qualità, siano passati dalle parti di Torino negli ultimi 20 anni.

È per questo che oggi vogliamo giocare a fare i presidenti/allenatori per un giorno: come ogni formazione che si rispetti, occorre partire dalla tattica, e questo è l’esercizio più difficile perché negli anni ci sono stati davvero tanti cambiamenti: dal primo 4-3-3 al successivo 4-3-1-2 di Marcello Lippi, al 4-4-2 tanto rigido quanto efficace di Capello, fino al 3-5-2 con la riscoperta del ruolo di Libero di Antonio Conte prima e Max Allegri poi.

Qui la scelta è meno complicata di quanto si possa immaginare perché l’unico modulo che ci consente di schierare Zidane, che per ovvi motivi non può non far parte dell’11 titolare, è proprio il 4-3-1-2.

Partiamo dal portiere: qui la discussione non la possiamo nemmeno aprire: in porta nell’11 juventino più forte di tutti i tempi gioca Buffon, punto. Come del resto succede da 15 anni senza soluzione di continuità.

La difesa a 4 è davvero difficile da completare, perché sicuramente saremo costretti ad escludere qualcuno ma tanto è un gioco e nessuno si offenderà. A destra votiamo Lichtsteiner perché raramente alla juve si è visto un terzino così abile nelle due fasi, così continuo nelle sue prestazioni e con una grinta così tipica della juventinità.

Le alternative allo svizzero possono essere tante, ne scegliamo una: MorenoTorricelli.

Sui centrali la concorrenza è spietata ed è per questo che ci concediamo la licenza di considerareChiellini un terzino sinistro (nostra scelta), togliendoci così almeno un po’ di imbarazzo bella scelta. Senza ombra di dubbio, per le indiscutibili doti tecniche, fisiche e l’innata eleganza nel ruolo di centrale destro schieriamo Lilian Thuram, uomo ovunque della retroguardia di Lippi prima e di Capello poi.

Thuram non aveva bisogno di intimorire nessuno, non aveva bisogno di ricorrere alle maniere forti perché Thuram era insuperabile, tanto di testa quanto in velocità.

Come centrale di sinistra scegliamo senza dubbio Paolo Montero, per motivi opposti (o quasi) rispetto a Thuram. Montero infatti incarnava lo spirito da guerriero che tanto piaceva ai tifosi, che si esaltavano tanto per la sue forza e intelligenza tattica quanto per le "piñe" che rifilava al malcapitato avversario di turno.

Montero era speciale perché non era alto, non era veloce, non era tecnicamente ineccepibile ma nonostante questo superarlo diventava una vera e propria impresa.

Una riserva, anzi un’alternativa ai titolari, è sicuramente Ciro Ferrara che di scudetti con la Juve ne ha vinti tanti e formando proprio con Montero una delle migliori coppie difensive della storia bianconera; insieme a lui inseriamo Bonucci perché è stato uno dei grandi protagonisti degli ultimi 5 scudetti della Juve, perché è diventato un idolo indiscusso dopo un inizio travagliato, perché è entrato nel cuore dei tifosi per la sua tenacia e per la sua voglia di non smettere mai di lottare.

Nel ruolo di terzino sinistro le difficoltà nella scelta rimangono alte, altissime.

Però uno come Gianluca Zambrotta sulla fascia mancina bianconera non l’abbiamo più visto. "Zambro" volava via come il vento e prima che l’avversario se ne accorgesse era già arrivato sul fondo a mettere il cross per le punte che aspettavano in mezzo all’area. Un attimo dopo lo ritrovavi a difendere, lui che era nato come centrocampista offensivo e che in quel ruolo aveva conquistato l’accesso al mondo bianconero.

Oggi per non rischiare di farvi piangere per la nostalgia ci fermiamo qui, ma torneremo presto con il resto della squadra.