Giovedì sera il Manchester United scenderà di nuovo in campo in una competizione europea, per la precisione in Europa League, dove a Rotterdam scontrerà il Feyenoord nel primo impegno della fase a gironi.

A preoccupare la dirigenza dei Red Devils non è solo l’insidiosa squadra olandese, bensì i suoi tifosi, già noti in tutta Europa per la loro violenza, scorrettezza ed inciviltà. Quella stessa inciviltà che nel febbraio del 2015 colpì Roma, quando i biancorossi tifosi olandesi vandalizzarono e devastarono la Capitale italiana ed alcuni suoi importanti monumenti come la fontana della Barcaccia e Piazza di Spagna.

Alla luce di tutto ciò, i vertici del Manchester United hanno deciso di invitare i tifosi inglesi a non indossare in quel di Rotterdam la maglia della loro squadra del cuore onde evitare scontri. Originale è stato il modo con cui il tutto è stato richiesto, infatti è stata scritta una lettera aperta pubblicata sul “Manchester Evening News”, nella quale oltre a sconsigliare di avere indosso le maglie dei vari Rooney, Ibrahimovic e Pogba si chiede di evitare le zone a rischio attorno allo stadio, di muoversi sempre in gruppo con la scorta polizia prima e dopo la gara e di non cedere a provocazioni, sfottò ed insulti vari.

Il rischio di risse e disordini è più che reale per i 1400 tifosi dello United che si recheranno allo stadio “De Kuip” di Rotterdam.

L’impianto per l’esordio della squadra di Mourinho contro il Feyenoord è stato ridotto a metà della sua capienza, i posti a sedere non saranno 52000, ma attorno ai 26000 circa.

La civiltà, quella vera, non è ancora (purtroppo) nelle vene di tutti i sostenitori del mondo del calcio, che si ostinano grettamente a cercare di creare disordini e non a gustare quanto di bello e buono questo sport possa regalare.

In Inghilterra ora c’è molta cultura negli stadi, ma prima si è dovuto applicare il rigidissimo “modello Thatcher” per via di quanto accaduto all’Heysel il 29 maggio 1985, quando la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool terminò in tragedia.