Zlatan Ibrahimovic, attuale attaccante del Manchester United di Josè Mourinho, si è ritrovato a parlare della sua esperienza al Paris Saint Germain.L’asso svedese ha militato in diverse squadre, per la precisione ha vestito le maglie di Malmoe, Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan, Paris Saint Germain ed appunto Manchester United, durante un’intervista si è però ritrovato a parlare della sua esperienza parigina e pare che quest’ultima sia stata molto redditizia.

Redditizia, infatti, sotto tutti gli aspetti, iniziando da quelli sportivi, dove Ibra ha alzato al cielo la bellezza di 4 campionati di Ligue1, 3 Coppe di Lega francese, 2 Coppe di Francia e 3 Supercoppe di Francia, per poi passare all’aspetto monetario.

E già lo svedese ha battuto cassa ripetutamente e soprattutto in maniera sostanziale in Francia, tanto che questo sarebbe il vero e soprattutto unico motivo per il quale il freddo calciatore svedese abbia mostrato nostalgia per l’esperienza transalpina.

Per la precisione Ibrahimovic avrebbe detto: “Di Parigi e del Psg mi manca lo stipendio che prendevo. A mio parare la squadra è molto forte, hanno acquistato nuovi giocatori e la filosofia è rimasta la stessa, cioè vincere tutto ed andare lontano in Champions League, questo però ora non è un mio problema. Io ho già i miei di problemi”.

Glaciale, freddo, impassibile, in apparenza insensibile ma soprattutto 'spaccone' e schietto, questo è Zlatan Ibrahimovic nella pienezza dei suoi pregi e difetti, che di un’avventura che lo ha portato quasi alla “venerabilità” a Parigi rimpiange solo l’aspetto economico.

Nelle sue parole da “duro” però si nota preoccupazione, quella preoccupazione di un problema che si chiama “Derby di Manchester” e che ci sarà questo weekend all’Old Trafford, dove il suo United ospiterà ed affronterà i cugini del City guidati da Pep Guardiola, quello stesso Guardiola che prima lo scelse al Barcellona e poi lo scartò.Si prospetta una sfida nella sfida dunque, Ibrahimovic ha paura anche se non lo ammetterà mai, questo è un problema ed è tutto suo.