L’atto finale di questa telenovela, dai tratti non sudamericani ma asiatici, sembrava fosse previsto per il 13 dicembre. Tutto rimandato di un mese, dopo l’incontro tra Fassone –indicato come futuro a.d. della squadra rossonera- e gli uomini di Fininvest: nel corso del rendez-vous non sono stati affrontati i temi riguardo la trattativa, e quindi il Closing, ma è emersa la volontà di far slittare la conclusione della stessa. Non a caso era trapelata, proprio nelle ultime ore, la notizia della disponibilità a concedere ulteriore tempo, da parte di Silvio berlusconi, agli acquirenti cinesi.
COSA NE PENSA IL PRESIDENTE ROSSONERO? Berlusconi è stato chiaro, i cinesi sono chiamati a versare un’ulteriore caparra – dopo quella da cento milioni già versata a Fininvest con la firma preliminare- e ha aggiunto pubblicamente: “Il Milan è già venduto, ci sono difficoltà per gli acquirenti, che sono persone serie, di avere le autorizzazioni previste in Cina per l'esportazione di capitali. Se per caso queste autorizzazioni non fossero arrivate per il 13 dicembre, giorno del closing, ma avessimo la certezza che questi capitali ci sono, non avremmo problemi a rinviare il closing di un mese, un mese e mezzo”.
CLOSING SI, CLOSING NO? La vicenda ormai appassiona un po’ tutti, tifosi e non. Dopo il preliminare firmato ad Agosto e la prima caparra versata il mese successivo, sembrava tutto già deciso: eppure, se parliamo di conti, non possiamo non citare i soliti problemi burocratici che hanno rallentato l'accordo tra le parti.
Eppure, ad oggi, trapela ottimismo sulla realizzazione dell'operazione: in realtà, da sponda cinese, si attende solo lo sblocco amministrativo da parte del governo. Ma il calcio si sa, è strano: sorprese in vista? Cosa sarà di questa squadra, che sta vivendo un momento positivo - seppure contaminato dagli infortuni delle ultime ore - , dopo quanto appreso negli ultimi mesi? I dubbi sono tanti, ma la fine dell’era Berlusconi è ormai tangibile, come da lui stesso ribadito. E’ solo questione di tempo.