Si chiama Moise Bioty Kean, è nato a Vercelli il 28 febbraio 2000 da genitori ivoriani ed è un predestinato. Si perchè molto probabilmente, se tutto andrà come deve andare, il giovanissimo talento che milita nelle file della Juventus avrà la possibilità di esordire in Serie A sabato 19 novembre contro il Pescara.

Debutto record, mai un classe 2000 schierato in Serie A

Un debutto che farebbe segnare un record, dal momento che fino ad oggi nessun giocatore classe 2000 è mai stato schierato in campo da una società della massima serie italiana. Un esordio che non sarebbe tuttavia così inaspettato, soprattutto per chi segue il giovane bianconero da tempo.

Moise Kean infatti ha bruciato tutte le tappe della propria breve carriera calcistica. Già all'età di 10 anni, dopo essere stato un giocatore del Torino, rifiuta di rinnovare con il club granata per accasarsi in maglia Juventus. Qui incomincia la trafila nelle giovanili che lo porta a giocare prima per i Giovanissimi Nazionali e successivamente per gli Allievi Nazionali. Nella stagione 2015/2016 arriva il primo importantissimo salto, quello che lo porta in Primavera. In breve tempo diventerà un punto fermo della squadra allenata da Fabio Grosso, con la quale ha messo a segno in questa stagione 5 gol in altrettante presenze, da dividersi tra campionato e Youth League. Non a caso arriveranno anche le prime convocazioni in nazionale, nell'Under 15 prima e nell'Under 17 poi, passando per l'Under 16.

Kean sulle orme di Supermario

I paragoni già si sprecano. Gli addetti ai lavori dicono che il ragazzo ricordi il primo Mario balotelli, sia per il temperamento sia per quanto riguarda la struttura fisica ed il modo di muoversi sul terreno di gioco. Per il momento l'unico fattore che accomuna Kean e Supermario è quel Mino Raiola che fa loro da agente, sempre pronto ad accaparrarsi la procura dei migliori talenti in circolazione.

Per Kean dunque sabato potrebbe essere una giornata da ricordare e perchè no, l'inizio di una sfavillante carriera nel mondo dei professionisti. Le premesse ci sono tutte; spetterà ora al campo stabilire se le attese saranno rispettate.