Diego Armando maradona, intervistato da Maurizio Costanzo ne L’intervista, commenta i momenti salienti che hanno segnato la sua vita, non sottraendosi nemmeno a quelli più delicati.

Il Pibe De Oro, artefice di una valanga di successi, a 16 anni era già nella rosa della Nazionale Argentina Juniores con la quale vinse anche una Coppa del Mondo. In tutta la sua vita ha partecipato a 4 Mondiali. Dallo strepitoso Barcellona passò miracolosamente al Napoli, collezionando ben 2 scudetti e fu per questo consacrato a 're della città'. Tuttavia, fu proprio in questi anni che iniziò il suo declino, dalla droga alla malavita, che lo portarono lontano dal calcio e dall’Italia.

Il suo ricordo è ancora vivido, a Napoli sarà sempre accolto come il migliore di tutti i tempi. Oggi si racconta in una piacevole intervista.

Maurizio Costanzo intervista Maradona

‘Non avevamo nulla, ma avevamo amore’. Con queste parole Maradona commenta la sua infanzia. ‘Tutto quello che volevo era prendere la palla, per me era il giocattolo più bello del mondo. Ho capito di essere Maradona quando a 19 anni ho vinto la Coppa del Mondo Juniores. In quel momento ho capito che potevo fare di più, dare di più ed essere sempre più forte'.

A proposito di Napoli - ‘L’appellativo Pibe de Oro nasce a Napoli in seguito a tutto ciò che ho fatto. Il Napoli sottrasse Maradona al Barcellona, cosa quasi impossibile a quel tempo.

Napoli mi è rimasta nel cuore perché mi ha dato la possibilità di giocare a calcio alla grande e di poter competere con le grandi squadre del Nord.’

Maradona si racconta: la droga, la malavita e i problemi col fisco

La droga per sua stessa ammissione è il più grosso sbaglio mai fatto - ‘Il problema più grande è stato quello della droga.

La droga ammazza. Sono fortunato ad essere ancora qui perché se avessi continuato sarei morto. Ho smesso 13 anni fa.’ Ad essa si aggiunsero i contatti con la malavita, definiti da lui del tutto inconsapevoli - ‘Ricordo che uscivo di notte ed incontravo delle persone che facevano foto con me, ma non sapevo chi fossero. Lo scoprivo solamente il giorno dopo quando leggevo i giornali.

Non ho chiesto mai nulla alla camorra. Loro mi hanno assicurato che nessuno avrebbe toccato i miei due figli.’

Malgrado ciò, quello che lo ha allontanato dall’Italia fino a poco tempo fa, sono stati i problemi avuti con il fisco - ‘Non ero io che gestivo i contratti e pertanto non ne sapevo nulla. Ho pagato per colpa di altri. I responsabili sono stati liberi di girare in strada mentre io no. È ingiusto che dopo aver dato la vita per il Napoli io non possa fare nulla in Italia. Adesso sono più libero perché le cose si stanno risolvendo.’

L’intervista termina con una domanda non del tutto scontata: qual è il sogno di Maradona? Ma la sua risposta è ovvia: quello di sempre, giocare a calcio. ‘Sarei l’uomo più felice del mondo se potessi tornare 25enne e giocare nel calcio di oggi’.