Il Barcellona sta vivendo un momento non positivo della sua gloriosa storia. Questa stagione non sta andando secondo le aspettative. Il secondo posto in classifica nella Liga dietro al Real Madrid capolista (con due partite in meno) e sopratutto la cocente sconfitta di Champions subita contro il Psg stanno creando malumori e dissapori tra il popolo blaugrana e all'interno dello spogliatoio gestito da Luis Enrique. Da oggi c'è una nuova, pesantissima briga di carattere giudiziario a tenere banco in casa Barcellona: la questione Neymar.
Ricorsi respinto: Neymar andrà a processo per frode e corruzione
Neymar da Silva Santos Júnior, meglio noto al grande pubblico col nome di Neymar, rischia due anni di carcere. Il calciatore brasiliano del Barcellona è accusato di frode e corruzione per le vicende legate al suo trasferimento multimilionario dal Santos alla squadra catalana nell'estate del 2013. L'Alta Corte di Madrid ha comunicato oggi la sua decisione in merito ai ricorsi presentati dal giocatore, dal padre-agente, dalla madre, dall'azienda di famiglia, dai presidenti del Santos e del Barcellona, respingendo in toto tutti gli appelli. Neymar e suo padre dovranno presentarsi a processo per rispondere delle accuse di frode e corruzione.
I due, oltre alla detenzione, rischiano di pagare una multa salatissima di 10 milioni di euro.
Caso Neymar: il trasferimento al Barcellona e le indagini
Le indagini sono iniziate poco dopo il passaggio della stella del Brasile dal Santos al Barcellona. Secondo quanto riportato dal club blaugrana al momento dell'ufficializzazione della trattativa, Neymar si era trasferito in Spagna per una cifra complessiva pari a 57,1 milioni di euro.
40 di questi milioni erano destinati alla famiglia del campione, mentre la restante somma era stata divisa tra la società brasiliana che ha visto militare nelle sue file il leggendario Pelè e il fondo d'investimenti detentore di parte del cartellino del giocatore. E' stato proprio il DIS, fondo d'investimento brasiliano che deteneva il 40% di Neymar, che ha fatto scattare le indagini per portare alla luce una serie di contratti e clausole nascoste che avrebbero fatto lievitare il prezzo totale del trasferimento fino a 83,8 milioni di euro.