Ancora un avolta è il subentrato Oliver Ntcham a risolvere i guai della squadra guidata da Mandorlini. Il tecnico ravennate lo manda in campo a 30 minuti dalla fine e la storia si ripete: botta da fuori e gol. Quattro minuti dopo sarà Hiljemark a sigillare la vittoria rossoblu.
La gara
Partita mal giocata da entrambe le squadre che fino a un quarto d'ora dalla fine, sentivano probabilmente il fiato sul collo di un Palermo, vincente sul campo del Torino.
Risultato che verrà ribaltato dal solito "gallo" Belotti. Gara contratta dunque. L'Empoli può vantare un maggior possesso palla, ma raramente mette in difficoltà il portiere genoano difeso da una retroguardia composta dai soliti Burdisso, Munoz e Izzo, con il prezioso supporto dei due laterali, Laxalt e Lazovic, sempre pronti a fare i terzini quando la palla è nei piedi degli avversari e da un centrocampo più folto composto da Cataldi, Hiljemark e Rigoni.
Là davanti Simeone e Pinilla. Le occasioni però, seppur non molte, le ha il Genoa. Prima è il cileno ad avere la palla buona al centro dell'area, ma il suo sinistro è debole e centrale, Skorupski para senza problemi. Dopo è il turno del Cholito che, da due passi, devia un assist di Lazovic addosso al portiere toscano. Poi la svolta: cross di Lazovic dalla destra, respinge fuori area la difesa dell'Empoli, palla che finisce sul destro di Ntcham che colpisce al volo e batte Skorupski. Terzo gol stagionale per lui. Mandorlini può sorridere ancora. Nel recupero è ancora Pinilla che porta su palla, serve Hiljemark libero sulla destra che calcia di potenza: traversa gol. Due a zero e tre punti fondamentali conquistati su un campo che non vedeva il Genoa vincente dal 1970.
La non-rivoluzione di Mandorlini
L'obbiettivo principale portato dal neo-tecnico in questo momento è non prenderle. L'apporto dei due esterni come terzini e di un centrocampo più folto, ne sono la dimostrazione. Effettivamente non si può pretendere altro da un allenatore che si trova in mano una squadra impaurita e con alle spalle una grave crisi di risultati.
La sua cura è stata questa: ricompattare il gruppo e cercare di fare punti senza stravolgere troppo la squadra. Cura che, ad oggi, sta funzionando.
Adesso testa al derby, l'obbiettivo resta quello di non perdere, ma battere i cugini porterebbe un'ulteriore ondata di ottimismo e fiducia a tutto l'ambiente. Oltre che i tre punti che non farebbero male alla classifica. Vedremo quello che succederà. Di sicuro sabato 11 marzo alle 20:45, gli spalti del Ferraris si coloreranno di rossoblucerchiato, dando vita a uno dei derby più belli e civili d'Italia.