Il rigore (questa volta sacrosanto) messo a segno da Dybala, dirige la Juve verso i quarti di finale. L'urna di Nyon venerdì sentenzierà l'avversario da battere, Buffon vuole evitare la 'cenerentola' Leicester, perché è piena di entusiasmo, Dybala invece vuole vendicare la sconfitta dei compagni nel 2015 e sogna il Barcellona in finale. Il giovane argentino ha dichiarato diverse volte e esplicitamente che "con la squadra che abbaiamo non possiamo non puntare a vincere".

D'altronde, anche la società ha posto sin dall'inizio la Champions League come obbiettivo e non più come un sogno, la squadra è stata costruita per questo, Higuain stesso è stato comprato per lo stesso motivo, mirando ad avere fuoriclasse non solo in difesa, ma anche in attacco, Pjanic per aumentare la qualità, e Dani Alves per avere un altro giocatore in squadra che sa come alzare la coppa dalle grandi orecchie.

Eppure la vecchia signora non ha mai avuto un buon rapporto con questa gloriosa coppa, le prime due finali ('73 '83) sono state due sconfitte contro Ajax e Amburgo, poi le due vittorie ('85 e '96), mentre negli ultimi vent'anni i bianconeri hanno collezionato ben quattro finali perse; un totale di sei sconfitte (record europeo) nella partita decisiva.

Ma, prima di arrivare in finale, sarà necessario che la Juventus dimostri di che pasta è fatta, perché l'obiettivo della società non è semplicemente vincere la coppa, ma quello di annoverarsi definitivamente tra le grandi d'Europa, per questo, qualunque sia l'avversario, Allegri non presenterà un catenaccio in stile Di Matteo o Mourinho, ma un 4-2-3-1 propositivo, che (ribaltando Conte) fa proprio dell'asimmetria Cuadrado-Mandzukic la sua arma migliore.

I tifosi si aspettano proprio una squadra coraggiosa, che non guardi agli ultimi vent'anni di insuccessi, e si senta non come una piccola squadra che tenterà un'impresa, ma come una grande capace di guardare a pari livello Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco. Sarà difficile conciliare questo atteggiamento con spirito di sacrificio e umiltà, e soprattutto sarà difficile reagire psicologicamente alle batoste che ci saranno, ma se la Juventus vuole raggiungere il suo obbiettivo questa è l'unica strada percorribile.