Si è scritto e detto tanto della sfida nella sfida tra Leo Messi e Paulo Dybala. Il fenomeno di ieri e di oggi contro quello di oggi che scriverà anche la storia di domani si sono incontrati due volte nel giro di poche settimane tra andata e ritorno di semifinale di Champions League.

Lo sapete, l'ha spuntata - e in grande stile - la Juventus della Joya, come viene soprannominato Dybala, che ora è pronto a raccogliere il testimone del più blasonato (e vincente) connazionale.

Leo, se ci sei batti un colpo

Ovviamente, mettere in discussione il talento di Messi è impossibile, ma la doppia sfida tra bianconeri e blaugrana ha proposto un tema più che mai attuale: quando Leo non gira tutto il Barcellona viaggia a marce ridotte.

È stato così sia all'andata che al ritorno. A Torino la prestazione della Pulce è stata impalpabile, mentre sul terreno amico del Camp Nou qualcosa di più si è visto, ma un paio di conclusioni alte, una punizione imprecisa e un tiro deviato ben parato da Buffon sono un bottino troppo magro per un un giocatore capace di cambiare da solo il destino delle partite. Come se cercasse protezione dai demoni del dover essere per forza il numero uno, Leo si è nascosto dietro la propria barba, ma a tratti anche dietro la freschezza e il talento irriverente del compagno Neymar, presente più dell'argentino nelle azioni più importanti del Barcellona, tanto nei quarti di finale contro il PSG, quanto nel doppio confronto contro la banda Allegri.

Gioia Dybala

Paulo Dybala, invece, si è confermato campione e fenomeno di livello assoluto. Due gol all'andata, una prestazione di sacrificio e corsa - con qualche sprazzo di talento - al ritorno l'hanno eletto un simbolo di questa Juventus piglia tutto in campionato e che ora punta dritta a Cardiff. Paulo, però, sa fare anche opera di fino e nonostante la consapevolezza di essere l'arma in più dei bianconeri, ai microfoni di J-Tv, esalta la forza del gruppo: “Ieri è stato importante fare una buona fase difensiva e non subire gol.

Sapevamo di avere davanti una squadra di fenomeni come il Barcellona, ma abbiamo lavorato di gruppo mantenendo inviolata la porta. Sono contento perché abbiamo ottenuto una qualificazione importantissima, frutto del lavoro fatto dalla squadra e dallo staff tecnico. Ci siamo preparati al meglio, mettendo grande attenzione ai dettagli e abbiamo colto i frutti desiderati. Vincere al Camp Nou è difficilissimo. Noi abbiamo pareggiato ma la cosa più importante era il passaggio del turno”. Come dargli torto.