Minuto 84'. A San Siro, con la Roma avanti 1-3 sul Milan, uno stremato Dzeko esce tra gli applausi. Luciano Spalletti ha deciso di far rifiatare il suo bomber più prolifico. Fa alzare dalla panchina un paio di giocatori, ci pensa un po' su e poi butta nella mischia Bruno Peres. Già, un difensore per un attaccante. La 'Scala del Calcio' sembra impazzire: vorrebbe tributare un'ultima volta il simbolo della Roma e della romanità calcistica. Ma Francesco Totti può solo che ringraziare seduto in panchina. Forse è questa l'immagine simbolo della parabola discendente del capitano giallorosso.
Nei giorni scorsi era stato il nuovo direttore sportivo Monchi ad annunciare al mondo intero che per Francesco Totti, quella in procinto di concludersi, sarebbe stata l'ultima stagione da calciatore. E lui? Il capitano si trincera dietro un silenzio tombale. Come a dire: "Sono qui e vivo alla giornata". Per molti il trattamento subito dal numero 10 giallorosso è già qualcosa di indecente. Ma come sono finite le altre storie d'amore tra atleti e club?
Capitani dimenticati
Stefano Mauri. Certo che 10 anni di Lazio non si cancellano facilmente. Quella tra il club biancoceleste e Stefano Mauri infatti era per lo più una questione di cuore. Ma è anche una convivenza difficile e travagliata. I dissapori iniziano a luglio 2015 quando a Mauri scade il contratto e la Lazio decide di non rinnovarglielo.
Anche a causa, forse, della questione calcioscommesse che gli costerà una squalifica di 6 mesi. La Lazio decide comunque di tesserarlo nuovamente, ma al termine della stagione, il capitano non sembra rientrare più nei piani societari ritrovandosi svincolato. Dal 2017 gioca con il Brescia.
Javier Zanetti. Dopo 19 anni di Inter anche Javier Zanetti disse basta.
Ma la storia di el Tractor è leggermente diversa da quella di Totti e di altri suoi illustri colleghi. Perché fu Zanetti a decidere di dire basta col calcio giocato e non fu un'imposizione. «Ho sognato di chiudere la mia carriera all'Inter, la mia casa, ed è un orgoglio poterlo fare», dirà il capitano il 6 maggio 2014 al termine della sua avventura come calciatore.
Alessandro Del Piero. Stagione 2011-2012. La prima di Antonio Conte sulla panchina della Juventus, l'ultima di Alex Del Piero in campo come giocatore della Vecchia Signora. Nei mesi precedenti alla passerella concessagli contro l'Atalanta la società era stata chiara. Proprio come con Totti: "Per Del Piero questo è l'ultimo anno come calciatore della Juventus". Lo aveva detto il presidente Andrea Agnelli, lo aveva ribadito l'ad Beppe Marotta. Ma lui, che di voglia di giocare ne aveva ancora, ha fatto altre tre stagioni: due con il Sydney in Australia e una in India con i Delhi Dynamos.
Paolo Maldini. In tutta la sua vita ha vestito una sola maglia: quella del Milan. E con indosso i colori rossoneri ha disputato 647 partite nella sola serie A segnando 29 gol.
Ma quella tra Paolo Maldini e il Milan è una storia travagliata. Soprattutto il suo rapporto con una parte della tifoseria che, durante il giro di campo per il suo addio al calcio nel 2009, fischiò quel monumento vivente della storia del Diavolo. Un amaro in bocca che l'ex difensore rossonero non sembra essersi ancora del tutto levato.